ORDINE EQUESTRE del SANTO SEPOLCRO di GERUSALEMME
Luogotenenza per l'Italia Centrale


attività della Delegazione Locale di Roma San Luca

5 marzo 2025

Biblioteca Vaticana

Il secondo incontro del secondo semestre della Delegazione San Luca – unitamente alla Delegazione Roma San Matteo – si è svolto domenica 5 marzo presso la Biblioteca Vaticana situata all’interno della Città del Vaticano.
 
I Delegati di Roma San Luca, Comm. Alessandro Camilletti, e di Roma San Matteo, Grand’Ufficiale Luca Federico Cadura, sono stati accolti dal Prefetto della Biblioteca Apostolica Vaticana, Don Mauro Mantovani. L’evento ha visto la gradita presenza del Luogotenente per l’Italia meridionale Giovan Battista Rossi, il Priore di Delegazione, Mons. Vittorio Formenti, Mons. Adriano Furgoni e un numero ristretto di Cavalieri e Dame, che insieme ad Aspiranti ed Amici, hanno voluto partecipare all’incontro condividendo alcune ore nella consueta atmosfera di serena fratellanza.
 
Dopo i ringraziamenti iniziali, Don Mauro Mantovani, Prefetto della Biblioteca Apostolica Vaticana, ha dato inizio all’illustrazione della storia del luogo.
 
La Biblioteca Apostolica Vaticana della Santa Sede, la biblioteca del Papa, da secoli raccoglie e custodisce testi di altissimo valore, veri tesori di scienza, di spiritualità, di letteratura e di arte, ha affermato Don Mauro Mantovani. Questi testi sono quotidianamente messi a disposizione di studiosi qualificati, docenti, ricercatori. 
I Papi possedevano libri per proprio uso già molto prima della fondazione dell’attuale Biblioteca Vaticana, ultimo anello di una catena che affonda le sue radici in quasi duemila anni di storia. 
Ideatore e fondatore di una biblioteca papale, quella che poi sarebbe divenuta la Biblioteca Vaticana, fu il teologo e umanista Tommaso Perentucelli, eletto al soglio pontificio con il nome di Niccolò V e in otto anni di pontificato riuscì a raccogliere più di 1300 manoscritti che furono ordinati per materie di studio e affidati al bibliotecario Giovanni Tortorelli, il primo di una lunga serie di funzionari di alto livello culturale, chiamati a gestire un patrimonio così prezioso. 
In seguito fu Sisto IV della Rovere a dare una più stabile organizzazione alla Biblioteca pontificia, in piena continuità con il progetto avviato da Niccolò V. A Sisto IV si deve anche l’ampliamento della sede, per il quale incaricò l’architetto Domenico Fontana: fu realizzato il grande edificio trasversale e l’ultimo piano della costruzione fu destinato alla Biblioteca. Il monumentale Salone Sistino è diviso in due navate da un ordine di pilastri, è uno splendido spazio meravigliosamente affrescato da un cantiere di artisti. Il circolo iconografico si articola su vari temi: la storia degli alfabeti, delle biblioteche dell’antichità, dei concili ecumenici, e le imprese più significative del pontificato di Sisto IV. Furono realizzati armadi chiusi in cui vennero ordinati i manoscritti. 
Una svolta decisiva nella storia della Biblioteca Vaticana si colloca nel pontificato di Leone XIII. Furono ampliati i locali: sotto il Salone Sistino venne preparato per la Biblioteca un ampio spazio servito da una scala di collegamento. In questo periodo si registrò un imponente incremento del patrimonio librario manoscritto e a stampa. Fu acquistata la biblioteca privata della famiglia Borghese, resa preziosa dai codici superstiti della raccolta pontificia di Avignone. Successivamente vennero acquistati i manoscritti dei Visconti e negli anni a seguire fu perfezionato l’acquisto dell’archivio e della splendida biblioteca della famiglia Barberini. 

Nel corso della visita, i Cavalieri e le Dame hanno avuto modo di ammirare la Bolla papale con la quale il Papa Bonifacio VIII indisse il primo giubileo nel 1300, una pergamena originale con sigillo in piombo con filo di seta rosso e giallo;  la moneta d’oro posta da Carlo Magno sulla tomba di San Pietro; il Papiro Hanna 1, in omaggio al donatore Frank Hanna III, un’acquisizione preziosa ed eccezionale che riporta la storia iniziale della diffusione del Nuovo Testamento: il papiro è il più antico manoscritto che trasmette insieme il testo di due Vangeli, quello secondo Luca e quello secondo Giovanni. 
Nel corso della visita Don Mauro Mantovani si è soffermato in particolar modo sul dipinto che rappresenta Sisto IV che approva il progetto di Domenico Fontana, che è stato voluto espressamente dal Pontefice.
 
Al termine dell’illustrazione è stata celebrata la Santa Messa presieduta da Mons. Vittorio Formenti e concelebrata da Don Mauro Mantovani nell’antichissima Chiesa di San Pellegrino (VIII sec.) situata all’interno della Città del Vaticano. 

15 febbraio 2025

Chiesa di Sant'Agnese​ in Agone

Sabato 15 gennaio 2025 si è svolto un incontro della Delegazione Locale Roma San Luca presso la Chiesa di Sant’Agnese in Agone a Roma nel corso del quale i Cavalieri e le Dame hanno partecipato all’evento “Icone di speranza. Il cammino della fede nei Musei Vaticani”. 
Per la prima volta la sacrestia dell’antica chiesa romana di Sant’Agnese in Agone ha accolto parte di una collezione speciale, quella delle icone dei Musei Vaticani. Il valore religioso di cui sono espressione le contraddistingue dalle altre opere d’arte e le rende meritevoli di attenzione privilegiata. 
 
Nella meravigliosa chiesa barocca di Piazza Navona i visitatori hanno potuto ammirare, all’interno della suggestiva sagrestia del Borromini, l’esposizione di alcune rare icone bizantine provenienti dai Musei del Papa. “Sono diciotto le opere selezionate da due curatori, Anna Pizamano e Pietro Beresh. Scelte in tutta l’area dell’Europa orientale cristiana: Grecia, Bulgaria, Ucraina, Russia, Macedonia – spiega il Dott. Edoardo Marini, vicepresidente dell’Associazione Culturale Bizartycon –. Le abbiamo chiamate icone di speranza, in linea con il motto del Giubileo, proprio perché siano veicolo di pace e di fratellanza, come è dimostrato dalla commistione di stili. Metterle tutte insieme equivale a dire che siamo tutti portatori di uno stesso messaggio.”
 
Il dott. Marini nella sua introduzione ha illustrato, con la consueta raffinata proprietà di linguaggio e le approfondite competenze, il significato delle icone, arricchita da numerosi riferimenti evangelici.
Ad esempio, con riferimento al testo di Paolo si osserva come egli dà la chiave di interpretazione dell’icona, come illustrato dal dott. Marini. Nella sua lettera ai Colossesi Paolo scrive: “Egli è l’immagine del Dio invisibile” (Col 1,15). Il testo greco utilizza il termine “eikòn”. Cosa si nasconde dietro questa espressione è facile immaginarlo. Il comando di non poter farsi alcuna immagine di Dio. Il comando che trova la sua codificazione nel libro dell’Esodo intendeva salvaguardare al massimo la trascendenza di Dio. La ricerca del volto di Dio che accomuna l’umanità si scontra con la possibilità di rappresentare l’Assoluto. Ma Dio si è fatto uomo. L’espressione di Paolo potrebbe apparire contraddittoria: come si può rappresentare l’invisibile? Il mistero dell’incarnazione di Dio nel grembo della Vergine Maria permette di andare oltre ogni obiezione. L’”immagine” non è estranea alla realtà, ma vi partecipa e in qualche modo esprime la realtà stessa. Nell’utilizzare il termine “eikòn”, l’apostolo manifesta ai cristiani che Gesù esprime nella sua umanità la stessa umanità di Dio. Ciò che Dio è, Gesù lo rende visibile e tangibile. La prima conseguenza di questo insegnamento per i cristiani fu quella di rappresentare il volto di Cristo. Con tutta la sua bellezza quel volto diventa da subito l’oggetto da dipingere. Quel volto porta con sé i tratti del Padre celeste e concentra nell’espressività del suo sguardo la profondità dell’amore divino. 
L’icona quindi, non è solo un dipinto. Essa diventa un’autentica scrittura dove leggere la storia della salvezza. Nessuna meraviglia che il mistero dell’incarnazione trovi nell’icona il suo fulcro privilegiato insieme alla rappresentazione della Vergine Maria. La storia della salvezza trova nell’incarnazione del Figlio di Dio il suo punto culminante e la teologia dell’icona non poteva essere estranea a questo passaggio. La scena dell’annunciazione, la Madre con il Figlio diventano un classico dell’iconografia classica. Il simbolismo dell’icona riflette la vita della Chiesa e per questo si arricchisce dei santi. 
Secolo dopo secolo Oriente e Occidente si sono impegnati nel trasmettere questa tradizione. E’ una storia di tradizione che di generazione in generazione ha saputo trasmettere non solo la fede, ma insieme ad essa la tecnica, i colori, le sembianze e quanto serviva per rendere l’icona oggetto di preghiera, di culto e di venerazione. L’icona per questo diventa uno strumento di evangelizzazione universale, evocatrice di una santità che rimanda sempre al mistero centrale della fede. 
Una mostra di icone nel periodo del Giubileo acquista il suo valore concreto. Come si sa, l’Anno Santo richiede di farsi pellegrini. Ciò comporta sentirsi parte di una comunità che da duemila anni attraversa le strade di questo mondo annunciando la resurrezione del Signore Gesù. La storia insegna di tanti pellegrini che portavano con sé l’icona per non sentirsi soli in quel cammino, ma inseriti nella compagnia dei santi.  Intenzionalmente l’esposizione è stata realizzata in un luogo sacro perché anche il contesto potesse più direttamente immettersi nella sacralità che l’icona rappresenta. La bella sagrestia del Borromini che arricchisce la Basilica di Sant’Agnese in Agone non è un contorno, ma lo spazio adeguato perché l’icona risplenda in tutta la sua bellezza e significato.
 
Un ringraziamento speciale a S.E. Mons. Paolo Schiavon, Rettore della Basilica di Sant’Agnese in Agona, ad Annamaria Pizzamano e Pietro Beresh, curatori dell’esposizione e ad Edoardo Marini, che ci ha guidati nell’illustrazione di questa piccola ma preziosa esposizione. 

11 maggio 2024

Sabato 11 maggio 2024 le Delegazioni di San Luca e di San Giovanni hanno partecipato alla visita della Cripta restaurata di Sant’Agnese in Agone a piazza Navona in Roma, un percorso tra arte, storia e fede nel luogo del martirio della santa.
La cripta è attualmente chiusa, in fase di ultimazione della riqualificazione e sarà aperta al pubblico e ai pellegrini a partire dall’Anno Santo 2025. La visita alla cripta risanata e restaurata si è svolta grazie alla disponibilità del Rettore, S.E. Mons Don Paolo Schiavon il quale, insieme al Priore di Sezione Mons. Maurizio Piscolla e di quello di Delegazione Locale Mons. Adriano Furgoni, ha dato il via all’evento celebrando la Messa presso la splendida Sacrestia del Borromini. 
Il Prof. Ing. Luca Mazzola, ha svolto un’approfondita presentazione, illustrando la complessa e articolata attività tecnico-scientifica e gestionale che è stata necessaria per la riqualificazione della cripta, e ha quindi guidato la visita in gruppi, illustrando le peculiarità architettoniche e pittoriche del complesso monumentale All’interno degli ambienti edificati sul luogo dove la piccola Agnese fu martirizzata all’età di 12 anni, è stato possibile ammirare affreschi ispirati alla vita della Santa e all’Apocalisse di San Giovanni, nonché resti dello stadio di Domiziano (85 d.C.) al cui interno (precisamente nel 5° fornice) sarebbe avvenuto il martirio. Prezioso è stato anche il contributo del Prof. Dario Beccarini, storico dell'arte, che ha intrattenuto i Cavalieri e le Dame presenti con suggestive osservazioni sulla Sacrestia del Borromini e le altre opere che impreziosiscono la Chiesa di Sant'Agnese in Agone.
La giornata si è conclusa con un pranzo conviviale in un ristorante nelle vicinanze.         

Sabato, 21 maggio 
si è svolto il primo incontro del 2022 della Delegazione Locale di Roma San Luca 
nella suggestiva cornice del complesso abbaziale benedettino di Sant'Anselmo sull'Aventino. 

L'incontro ha avuto inizio con una visita artistico-culturale guidata dal Rev.mo Abate Emerito di San Paolo fuori le Mura, P. Edmund Power, OSB, che, al termine del percorso, nella Sala del Capitolo, ha svolto una riflessione sulla spiritualità benedettina in relazione all'Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, enucleando alcuni elementi che dovrebbero caratterizzare la spiritualità stessa dei Cavalieri e delle Dame: onore, umiltà, ascolto, attenzione verso l'altro chiunque esso sia. 
Subito dopo ha preso la parola il nuovo Delegato, Gran Uff. dott. Marco Cardinali che ha illustrato le linee operative della Delegazione che si inseriscono pienamente nel solco della missione stessa del nostro Ordine e ha dato risalto alle recenti iniziative che la Luogotenenza per l'Italia Centrale sta mettendo in atto, con il contributo di tutti i suoi membri, a favore di progetti mirati e concreti che coinvolgono i cristiani di Terra Santa. 
Il Priore di Delegazione Mons. Adriano Furgoni, ha poi guidato la preghiera liturgica dell'Ora Sesta accompagnandola con una meditazione sui salmi dell'Officio divino celebrato. 
Il tutto si è concluso con una conviviale in cui le Dame e i Cavalieri delle Delegazione hanno potuto vivere un sereno momento di fraternità, il primo che li rivede insieme dopo la pausa forzata dovuta alla Pandemia.