attività della Delegazione Locale di Roma San Luca
5 marzo 2025
Biblioteca Vaticana
Il secondo incontro del secondo semestre della Delegazione San Luca – unitamente alla Delegazione Roma San Matteo – si è svolto domenica 5 marzo presso la Biblioteca Vaticana situata all’interno della Città del Vaticano.
I Delegati di Roma San Luca, Comm. Alessandro Camilletti, e di Roma San Matteo, Grand’Ufficiale Luca Federico Cadura, sono stati accolti dal Prefetto della Biblioteca Apostolica Vaticana, Don Mauro Mantovani. L’evento ha visto la gradita presenza del Luogotenente per l’Italia meridionale Giovan Battista Rossi, il Priore di Delegazione, Mons. Vittorio Formenti, Mons. Adriano Furgoni e un numero ristretto di Cavalieri e Dame, che insieme ad Aspiranti ed Amici, hanno voluto partecipare all’incontro condividendo alcune ore nella consueta atmosfera di serena fratellanza.
Dopo i ringraziamenti iniziali, Don Mauro Mantovani, Prefetto della Biblioteca Apostolica Vaticana, ha dato inizio all’illustrazione della storia del luogo.
La Biblioteca Apostolica Vaticana della Santa Sede, la biblioteca del Papa, da secoli raccoglie e custodisce testi di altissimo valore, veri tesori di scienza, di spiritualità, di letteratura e di arte, ha affermato Don Mauro Mantovani. Questi testi sono quotidianamente messi a disposizione di studiosi qualificati, docenti, ricercatori.
I Papi possedevano libri per proprio uso già molto prima della fondazione dell’attuale Biblioteca Vaticana, ultimo anello di una catena che affonda le sue radici in quasi duemila anni di storia.
Ideatore e fondatore di una biblioteca papale, quella che poi sarebbe divenuta la Biblioteca Vaticana, fu il teologo e umanista Tommaso Perentucelli, eletto al soglio pontificio con il nome di Niccolò V e in otto anni di pontificato riuscì a raccogliere più di 1300 manoscritti che furono ordinati per materie di studio e affidati al bibliotecario Giovanni Tortorelli, il primo di una lunga serie di funzionari di alto livello culturale, chiamati a gestire un patrimonio così prezioso.
In seguito fu Sisto IV della Rovere a dare una più stabile organizzazione alla Biblioteca pontificia, in piena continuità con il progetto avviato da Niccolò V. A Sisto IV si deve anche l’ampliamento della sede, per il quale incaricò l’architetto Domenico Fontana: fu realizzato il grande edificio trasversale e l’ultimo piano della costruzione fu destinato alla Biblioteca. Il monumentale Salone Sistino è diviso in due navate da un ordine di pilastri, è uno splendido spazio meravigliosamente affrescato da un cantiere di artisti. Il circolo iconografico si articola su vari temi: la storia degli alfabeti, delle biblioteche dell’antichità, dei concili ecumenici, e le imprese più significative del pontificato di Sisto IV. Furono realizzati armadi chiusi in cui vennero ordinati i manoscritti.
Una svolta decisiva nella storia della Biblioteca Vaticana si colloca nel pontificato di Leone XIII. Furono ampliati i locali: sotto il Salone Sistino venne preparato per la Biblioteca un ampio spazio servito da una scala di collegamento. In questo periodo si registrò un imponente incremento del patrimonio librario manoscritto e a stampa. Fu acquistata la biblioteca privata della famiglia Borghese, resa preziosa dai codici superstiti della raccolta pontificia di Avignone. Successivamente vennero acquistati i manoscritti dei Visconti e negli anni a seguire fu perfezionato l’acquisto dell’archivio e della splendida biblioteca della famiglia Barberini.
Nel corso della visita, i Cavalieri e le Dame hanno avuto modo di ammirare la Bolla papale con la quale il Papa Bonifacio VIII indisse il primo giubileo nel 1300, una pergamena originale con sigillo in piombo con filo di seta rosso e giallo; la moneta d’oro posta da Carlo Magno sulla tomba di San Pietro; il Papiro Hanna 1, in omaggio al donatore Frank Hanna III, un’acquisizione preziosa ed eccezionale che riporta la storia iniziale della diffusione del Nuovo Testamento: il papiro è il più antico manoscritto che trasmette insieme il testo di due Vangeli, quello secondo Luca e quello secondo Giovanni.
Nel corso della visita Don Mauro Mantovani si è soffermato in particolar modo sul dipinto che rappresenta Sisto IV che approva il progetto di Domenico Fontana, che è stato voluto espressamente dal Pontefice.
Al termine dell’illustrazione è stata celebrata la Santa Messa presieduta da Mons. Vittorio Formenti e concelebrata da Don Mauro Mantovani nell’antichissima Chiesa di San Pellegrino (VIII sec.) situata all’interno della Città del Vaticano.
15 febbraio 2025
Chiesa di Sant'Agnese in Agone
Sabato 15 gennaio 2025 si è svolto un incontro della Delegazione Locale Roma San Luca presso la Chiesa di Sant’Agnese in Agone a Roma nel corso del quale i Cavalieri e le Dame hanno partecipato all’evento “Icone di speranza. Il cammino della fede nei Musei Vaticani”.
Per la prima volta la sacrestia dell’antica chiesa romana di Sant’Agnese in Agone ha accolto parte di una collezione speciale, quella delle icone dei Musei Vaticani. Il valore religioso di cui sono espressione le contraddistingue dalle altre opere d’arte e le rende meritevoli di attenzione privilegiata.
Nella meravigliosa chiesa barocca di Piazza Navona i visitatori hanno potuto ammirare, all’interno della suggestiva sagrestia del Borromini, l’esposizione di alcune rare icone bizantine provenienti dai Musei del Papa. “Sono diciotto le opere selezionate da due curatori, Anna Pizamano e Pietro Beresh. Scelte in tutta l’area dell’Europa orientale cristiana: Grecia, Bulgaria, Ucraina, Russia, Macedonia – spiega il Dott. Edoardo Marini, vicepresidente dell’Associazione Culturale Bizartycon –. Le abbiamo chiamate icone di speranza, in linea con il motto del Giubileo, proprio perché siano veicolo di pace e di fratellanza, come è dimostrato dalla commistione di stili. Metterle tutte insieme equivale a dire che siamo tutti portatori di uno stesso messaggio.”
Il dott. Marini nella sua introduzione ha illustrato, con la consueta raffinata proprietà di linguaggio e le approfondite competenze, il significato delle icone, arricchita da numerosi riferimenti evangelici.
Ad esempio, con riferimento al testo di Paolo si osserva come egli dà la chiave di interpretazione dell’icona, come illustrato dal dott. Marini. Nella sua lettera ai Colossesi Paolo scrive: “Egli è l’immagine del Dio invisibile” (Col 1,15). Il testo greco utilizza il termine “eikòn”. Cosa si nasconde dietro questa espressione è facile immaginarlo. Il comando di non poter farsi alcuna immagine di Dio. Il comando che trova la sua codificazione nel libro dell’Esodo intendeva salvaguardare al massimo la trascendenza di Dio. La ricerca del volto di Dio che accomuna l’umanità si scontra con la possibilità di rappresentare l’Assoluto. Ma Dio si è fatto uomo. L’espressione di Paolo potrebbe apparire contraddittoria: come si può rappresentare l’invisibile? Il mistero dell’incarnazione di Dio nel grembo della Vergine Maria permette di andare oltre ogni obiezione. L’”immagine” non è estranea alla realtà, ma vi partecipa e in qualche modo esprime la realtà stessa. Nell’utilizzare il termine “eikòn”, l’apostolo manifesta ai cristiani che Gesù esprime nella sua umanità la stessa umanità di Dio. Ciò che Dio è, Gesù lo rende visibile e tangibile. La prima conseguenza di questo insegnamento per i cristiani fu quella di rappresentare il volto di Cristo. Con tutta la sua bellezza quel volto diventa da subito l’oggetto da dipingere. Quel volto porta con sé i tratti del Padre celeste e concentra nell’espressività del suo sguardo la profondità dell’amore divino.
L’icona quindi, non è solo un dipinto. Essa diventa un’autentica scrittura dove leggere la storia della salvezza. Nessuna meraviglia che il mistero dell’incarnazione trovi nell’icona il suo fulcro privilegiato insieme alla rappresentazione della Vergine Maria. La storia della salvezza trova nell’incarnazione del Figlio di Dio il suo punto culminante e la teologia dell’icona non poteva essere estranea a questo passaggio. La scena dell’annunciazione, la Madre con il Figlio diventano un classico dell’iconografia classica. Il simbolismo dell’icona riflette la vita della Chiesa e per questo si arricchisce dei santi.
Secolo dopo secolo Oriente e Occidente si sono impegnati nel trasmettere questa tradizione. E’ una storia di tradizione che di generazione in generazione ha saputo trasmettere non solo la fede, ma insieme ad essa la tecnica, i colori, le sembianze e quanto serviva per rendere l’icona oggetto di preghiera, di culto e di venerazione. L’icona per questo diventa uno strumento di evangelizzazione universale, evocatrice di una santità che rimanda sempre al mistero centrale della fede.
Una mostra di icone nel periodo del Giubileo acquista il suo valore concreto. Come si sa, l’Anno Santo richiede di farsi pellegrini. Ciò comporta sentirsi parte di una comunità che da duemila anni attraversa le strade di questo mondo annunciando la resurrezione del Signore Gesù. La storia insegna di tanti pellegrini che portavano con sé l’icona per non sentirsi soli in quel cammino, ma inseriti nella compagnia dei santi.
Intenzionalmente l’esposizione è stata realizzata in un luogo sacro perché anche il contesto potesse più direttamente immettersi nella sacralità che l’icona rappresenta. La bella sagrestia del Borromini che arricchisce la Basilica di Sant’Agnese in Agone non è un contorno, ma lo spazio adeguato perché l’icona risplenda in tutta la sua bellezza e significato.
Un ringraziamento speciale a S.E. Mons. Paolo Schiavon, Rettore della Basilica di Sant’Agnese in Agona, ad Annamaria Pizzamano e Pietro Beresh, curatori dell’esposizione e ad Edoardo Marini, che ci ha guidati nell’illustrazione di questa piccola ma preziosa esposizione.
11 maggio 2024
Chiesa di Sant'Agnese in Agone
Sabato
11 maggio 2024 le Delegazioni di San Luca e di San Giovanni hanno
partecipato alla visita della Cripta restaurata di Sant’Agnese in
Agone a piazza Navona in Roma, un percorso tra arte, storia e fede
nel luogo del martirio della santa.
La cripta è attualmente chiusa,
in fase di ultimazione della riqualificazione e sarà aperta al
pubblico e ai pellegrini a partire dall’Anno Santo 2025. La visita
alla cripta risanata e restaurata si è svolta grazie alla
disponibilità del Rettore, S.E. Mons Don Paolo Schiavon il quale,
insieme
al Priore di Sezione Mons. Maurizio Piscolla e di quello di
Delegazione Locale Mons. Adriano Furgoni,
ha dato il via all’evento celebrando la Messa presso la splendida
Sacrestia del Borromini.
Il Prof. Ing. Luca
Mazzola, ha
svolto un’approfondita presentazione, illustrando la complessa e
articolata attività tecnico-scientifica e gestionale che è stata
necessaria per la riqualificazione della cripta, e ha quindi guidato
la visita in gruppi, illustrando le peculiarità architettoniche e
pittoriche del complesso monumentale
All’interno
degli ambienti edificati sul luogo dove la piccola Agnese fu
martirizzata all’età di 12 anni, è stato possibile ammirare
affreschi ispirati alla vita della Santa e all’Apocalisse di San
Giovanni, nonché resti dello stadio di Domiziano (85 d.C.) al cui
interno (precisamente nel 5° fornice) sarebbe avvenuto il martirio.
Prezioso è stato anche
il contributo del Prof. Dario
Beccarini, storico dell'arte, che ha intrattenuto i Cavalieri e le
Dame presenti con suggestive osservazioni sulla Sacrestia del
Borromini e le altre opere che impreziosiscono la Chiesa di
Sant'Agnese in Agone.
La giornata si è
conclusa con un pranzo conviviale in un ristorante nelle vicinanze.
14 ottobre 2023
Pellegrinaggio per il centro di Roma
Il 14 ottobre 2023 si è svolto l'incontro della Delegazione Locale San Luca dedicato ad un pellegrinaggio attraverso antiche vie del centro che conservano edicole mariane, note col nome di Madonnelle.
L'itinerario, necessariamente circoscritto, ma ricco di memorie, è stato compreso tra Via dei Coronari, vie limitrofe e Piazza S. Maria della Quercia.
La piccola compagnia di pellegrini (15) ha avuto come guida esperta e simpatica padre Giorgio Picu, che ha dato notizie storiche, artistiche e religiose di ogni icona mariana davanti alla quale ci siamo fermati, concludendo con la preghiera di una strofa dell'antico inno Akathistos e un breve canto intonato da tutti. In questo momento tanto difficile è stato profondamente sentito il beneficio di poterci rivolgere alla Vergine per impetrare insieme, coralmente, il dono della pace .
L'itinerario ha avuto inizio in Piazza di Torre Sanguigna, davanti ad una bella immagine dell'Assunta, riccamente adornata, per poi continuare nel Vicolo della Volpe, dove si trova un bassorilievo in marmo di una Vergine stante, con Bambino. Non tutte le icone raffigurano la Vergine, bensì Gesù o santi, ad es. S. Filippo Neri che proprio nel rione aveva fondato l'Oratorio. Lo stile e i materiali utilizzati per le immagini sono vari, come il mosaico che possiamo ammirare sotto l'orologio dell'omonima piazza.
Quasi alla fine del percorso non poteva mancare la visita al Passetto del Biscione, dove si trova una venerata immagine della Madonna, tra due strette aperture, così difficile da trovare che ha giustificato l'espressione romana "cerca' Maria pe' Roma", come dire "cercare un ago nel pagliaio".
Il pellegrinaggio mariano si è concluso nella piccola e bella Chiesa di S. Maria della Quercia, dove si venera una miracolosa icona, davanti alla quale padre Picu ha rivolto le commoventi parole della Supplica della Madonna di Pompei.
L'augurio, condiviso, è stato di poterci presto rivedere in cosi bella armonia.
17 giugno 2023
Visita al Palazzo Lateranense
Il 17 giugno 2023
la Delegazione San Luca ha organizzato una visita al Palazzo
Lateranense, alle Stanze dell'appartamento papale e alla Cappella
privata.
La nostra guida è stata suor Veronica, che, con
affabilità e competenza, ha accompagnato noi visitatori lungo il
magnifico percorso storico e artistico illustrando le splendide volte
delle sale e degli scaloni, le pareti delle sontuose stanze abbellite
da arazzi di fattura italiana e francese, i mobili e gli oggetti.
Il
racconto delle vicende del Palazzo, da Costantino a papa Sisto V, per
arrivare ai moderni pontefici Giovanni XXIII, Paolo VI e infine
Francesco, è stato particolareggiato, ma tale da mantenere al
massimo l'attenzione.
Tra le sale più notevoli va ricordata
quella della Conciliazione, dallo splendido soffitto ligneo a
lacunari dipinti e dorati, dove fu firmato lo storico Concordato tra
la Santa Sede e lo Stato romano.
Anche nel Palazzo Lateranense i
dipinti con scene tratte dall'Antico e dal Nuovo Testamento avevano
un duplice scopo, didattico e celebrativo, informavano e
meravigliavano.
Il tempo a nostra disposizione ci ha permesso solo
una rapida visita dell'interno della Basilica, ma con l'emozione del
ricordo della cerimonia di investitura.
Culmine della visita, e
suo speciale coronamento, è stata la cerimonia del rinnovo delle
promesse battesimali proprio all'interno del Battistero costantiniano
con padre Raffaele Di Muro che ha poi celebrato la S. Messa.
Ha
detto bene suor Veronica, appassionata e fervorosa guida,
visibilmente compresa dell'importanza di percorrere e illustrare un
itinerario di storia, arte, ma soprattutto fede, che noi dobbiamo
sentirci testimoni del grande tesoro della salvezza, perché questo
lascito è per tutti i cristiani.
(a cura della Dama di
Commenda Giuliana Festa Della Penna)
21 gennaio 2023
San Girolamo della Carità e Santa Maria in Vallicella
Nella
mattina di sabato 21 gennaio 2023 si è svolto il primo incontro del
nuovo anno della Delegazione di Roma San Giovanni unita alla
Delegazione di Roma San Luca.
I
partecipanti all’evento sono stati accolti dal Delegato Locale
Daniela Forniti e dai Priori, padre Pierre Paul e don Adriano
Furgoni, presso la meravigliosa chiesa di San Girolamo della Carità.
Gradita
è stata la prestigiosa presenza del Rettore emerito della Università
Roma Tre, il prof. arch. Mario Panizza e del Consigliere delle opere
di San Girolamo, l’ing. Luigi Dieli e
la consorte sig.ra Grazia.
L’incontro
è stato caratterizzato dall’intervento del Confratello avv. Fabio
Costa il quale, in un clima di affettuosa condivisione, ha narrato
con dovizia di particolari ai presenti la vita, gli aneddoti, i
miracoli e le tante curiosità sulla straordinaria figura di san
Filippo Neri.
La
narrazione del Confratello Fabio Costa ha avuto il suo apice
allorquando, lo stesso, ha descritto l'evoluzione architettonica
della prestigiosa cappella Spada, monumento edificato per
raccogliere le spoglie mortali di Bernardino Lorenzo Spada, Vescovo
di Calvi, e di Giovanni Spada, uditore generale di Papa Innocenzo IV,
nonché per rappresentare l’importanza ed il prestigio della
famiglia Spada a Roma, famiglia legata a San Filippo Neri, grazie a
Orazio e Virgilio Spada entrambi frequentatori dell’Oratorio di S.
Filippo. La cappella è stata realizzata dallo stesso Virgilio Spada,
appassionato di architettura e, probabilmente, dal Borromini, ma
l’attribuzione su quest’ultimo è dubbia. Il monumento è
considerato una delle massime espressioni della bellezza artistica
quale risultato di un connubio indissolubile che lega la fede
all'arte. La cappella racchiude in un unico elemento: vita terrena e
vita eterna. L’immagine della vergine è
posta, infatti, al centro della cappella, circondata da una corona
d'alloro in marmo verde antico e da una corona di foglie di palma in
marmo giallo. Dalla sacra icona si diramano strati di alabastro e
fasce intarsiate di marmo giallo su fondo rosso raffiguranti gigli,
stelle e spade, ovvero i simboli della citata famiglia.
La
prima parte dell'incontro si è conclusa con la visita ai piani
superiori del complesso ecclesiastico di San Girolamo dove è stato
possibile accedere alle stanze dove Filippo Neri, Santo dal cuore
immenso, ha esercitato per circa trentatré anni il suo ministero e
presso l’altare sormontato da un quadro raffigurante la Vergine
Maria dove san Filippo si intratteneva in contemplazione insieme a
figure rilevanti come sant’Ignazio de Loyola, san Camillo de Lellis
e san Carlo Borromeo.
Alle
ore 11.00, presso la vicina chiesa dello Spirito Santo dei
Napoletani, si è svolta la celebrazione della Santa Messa,
officiata da padre Rocco Camillò, Preposito della Congregazione
dell'Oratorio di san Filippo Neri, dal Priore della Sezione Roma don
Maurizio Piscolla e dal Priore don Adriano Furgoni. Il Priore padre
Pierre, all’organo, ha animato la liturgia.
Epilogo
dell’incontro è stata l'adiacente Chiesa di Santa Maria in
Vallicella, dal 1575 sede della Congregazione dell'Oratorio, con
la relativa visita alle stanze ove San Filippo Neri, grazie al suo
insegnamento, promosse innumerevoli attività. Un percorso intenso
attraverso reliquie, cimeli, opere d’arte, documenti e oggetti che
testimoniano lo spirito caritatevole e l’immenso amore verso il
prossimo di “Pippo Bono”, come affettuosamente veniva chiamato
dai romani del suo tempo.
Al
termine del percorso, cavalieri e dame si sono ritrovati presso la
cappella che custodisce le spoglie del Santo ove Padre Pierre Paul ha
recitato, nella commozione generale, la Litania di san Filippo Neri
con la concessione dell'indulgenza plenaria.
19 novembre 2022
Santuario di Santa Maria al Celsano, Madre della Consolazione
Nella
mattina di sabato 19 novembre 2022, presso il Santuario di Santa
Maria in Celsano, ubicato nello storico borgo medioevale di Santa
Maria di Galeria, sì è svolto l’incontro organizzato dalle
Delegazioni Locali di Roma San Giovanni e San Luca.
Ad
accogliere i partecipanti i rispettivi Delegati Locali, Daniela
Forniti e Marco Cardinali, e i Priori, padre Pierre Paul e don
Andriano Furgoni.
Al
termine dell'intervento dei Delegati, ha preso la parola il Rettore
del Santuario, don Roberto Leoni, il quale ha illustrato le
testimonianze di fede e le vicissitudini storiche di questo luogo
santo e dell’adiacente borgo, ormai disabitato da tempo.
Il
Santuario di Santa Maria in Celsano, Madre della Consolazione,
custodisce da secoli un’icona mariana di origine orientale
risalente al 1300 circa, portata da alcuni pellegrini che la deposero
su di un albero di gelso, da cui il termine “celsano”.
L’immagine,
che rappresenta la Vergine Maria nell’atto materno
dell’allattamento, fu ritenuta miracolosa dopo l’improvvisa
guarigione di un bambino gravemente malato. I fedeli chiesero che
l’icona venisse custodita presso la già esistente chiesa, che da
allora assunse il nome di Santa Maria in Celsano, sotto il cui altare
venne posta la radice del gelso sopra il quale l’immagine era stata
ritrovata.
Il
Rettore si è quindi soffermato sull’evoluzione architettonica
della chiesa. Il complesso, che sorge su quattro colonne di origine
paleocristiana, con il passaggio sotto il patronato degli Orsini di
Anguillara intorno alla metà del 1400, ha subito un notevole
ampliamento. L'attuale aspetto neogotico risale alla fine del 1800.
Don
Roberto, al termine della sua esposizione, ha voluto ricordare il
legame di questo Santuario alla Terra Santa in quanto la chiesa, non
solo custodisce la venerata reliquia di un frammento della Santa
Croce, ma conserva ai lati dell’icona della Vergine due lampade
votive, chiamateLampade
dell’Unità e della Pace, provenienti da Gerusalemme.
Don
Adriano Furgoni ha celebrato la Santa Messa resa solenne dai brani
eseguiti all’organo da padre Pierre Paul. La Celebrazione
Eucaristica si è conclusa con la concessione ai presenti, secondo la
liturgia prevista dal messale canonico, dell'indulgenza plenaria in
quanto presso l’altare maggiore è custodita la reliquia della
Santa Croce.
Successiva
alla Celebrazione, la suggestiva visita presso l’attiguo Museo
Storico del Santuario all’interno del quale si possono visionare
antichi manoscritti e opere d’arte che illustrano la storia e la
devozione del Santuario e del borgo circostante, oltre che
dell’antica Città di Galeria.
Annessi
al Museo la cripta della Chiesa, una cisterna di epoca romana, capace
di raccogliere oltre duecentomila litri d'acqua potabile, e un
discreto tracciato catacombale ricavato nel sottosuolo a oltre sette
metri di profondità, segno evidente della presenza e della memoria
di martiri cristiani.
21 maggio 2022
Abbazia Primiziale di Sant'Anselmo all'Aventino
Sabato, 21 maggio
si è svolto il primo incontro del 2022 della Delegazione Locale di Roma San Luca
nella suggestiva cornice del complesso abbaziale benedettino di Sant'Anselmo sull'Aventino.
L'incontro ha avuto inizio con una visita artistico-culturale guidata dal Rev.mo Abate Emerito di San Paolo fuori le Mura, P. Edmund Power, OSB, che, al termine del percorso, nella Sala del Capitolo, ha svolto una riflessione sulla spiritualità benedettina in relazione all'Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, enucleando alcuni elementi che dovrebbero caratterizzare la spiritualità stessa dei Cavalieri e delle Dame: onore, umiltà, ascolto, attenzione verso l'altro chiunque esso sia.
Subito dopo ha preso la parola il nuovo Delegato, Gran Uff. dott. Marco Cardinali che ha illustrato le linee operative della Delegazione che si inseriscono pienamente nel solco della missione stessa del nostro Ordine e ha dato risalto alle recenti iniziative che la Luogotenenza per l'Italia Centrale sta mettendo in atto, con il contributo di tutti i suoi membri, a favore di progetti mirati e concreti che coinvolgono i cristiani di Terra Santa.
Il Priore di Delegazione Mons. Adriano Furgoni, ha poi guidato la preghiera liturgica dell'Ora Sesta accompagnandola con una meditazione sui salmi dell'Officio divino celebrato.
Il tutto si è concluso con una conviviale in cui le Dame e i Cavalieri delle Delegazione hanno potuto vivere un sereno momento di fraternità, il primo che li rivede insieme dopo la pausa forzata dovuta alla Pandemia.