attività della Delegazione Locale di Roma San Giovanni
15 marzo 2025
Santuario di San Francesco a Ripa Grande
Sabato 15 marzo 2025,
presso il Santuario di San Francesco a Ripa Grande, luogo di grande
spiritualità e culla del primitivo francescanesimo, si è svolto il
terzo incontro della Delegazione Locale Roma San Giovanni.
Il Delegato Daniela
Forniti, assieme al Priore padre Pierre Paul, hanno accolto il
Preside della Sezione Roma, Cav. Gr. Cr. Prof. Lorenzo de
Notaristefani, assieme alle dame, ai cavalieri, agli aspiranti e agli
amici che hanno partecipato numerosi all’incontro.
La chiesa di San
Francesco a Ripa sorge sull'antico sito che un tempo ospitava
l'ospedale di San Biagio, nelle vicinanze del Tevere a Ripa Grande.
Fondato nel X secolo, questo ospedale era dedicato all'assistenza e
alla cura dei poveri malati e dei pellegrini, ed era gestito dai
domenicani, che avevano un convento annesso.
L'interno barocco,
caratterizzato da tre navate e da una pianta a croce latina, riflette
la tipica semplicità francescana. Sebbene non presenti eccessi di
materiali preziosi o architetture maestose, questo luogo si distingue
per la ricchezza di opere d'arte e oggetti di devozione che, nel
corso dei secoli, hanno assunto un significato profondo e simbolico,
riflettendo la cultura e la spiritualità delle epoche passate e
contribuendo a generare un'atmosfera di sacralità e bellezza.
Appassionato conoscitore
della storia di Roma e delle sue chiese, il confratello Gr. Uff. Avv.
Fabio Costa ha accompagnato i partecipanti alla visita in un
affascinante percorso tra storia, arte e spiritualità della chiesa,
un vero scrigno di tesori artistici e di devozione.
Fra’ Vittorio,
francescano dell'Ordine dei frati minori, con la sua innata
semplicità e profonda spiritualità, ha narrato la storia di san
Francesco a Roma.
Nel 1209, Francesco venne
a Roma per presentare a papa Innocenzo III la forma di vita che
intendeva adottare assieme ai suoi compagni. Tuttavia, il Papa,
preoccupato per i movimenti pauperistici, inclusi i gruppi eretici
come i valdesi e i catari, che stavano guadagnando terreno anche tra
i cattolici più ortodossi, non concesse la sua approvazione e lo
congedò.
Successivamente, una
visione avuta in sogno in cui un uomo piccolo e misero, somigliante a
Francesco, sosteneva con le spalle la Basilica Lateranense in
pericolo di crollo, convinse Innocenzo III a convocare il Santo per
ascoltare ciò che aveva da dire. San Francesco espose il suo
progetto di vita, la Prima Regola, e il Papa, riconoscendo la
genuinità e la profondità della visione del Santo, la benedisse e
la approvò oralmente.
Prima di lasciare la
città, Francesco affidò alcuni frati a questo luogo, dando così
vita alla prima comunità francescana stabile di Roma.
Fra’ Vittorio ha quindi
parlato di san Francesco e del suo profondo legame con la Terra
Santa. Durante le Crociate, un periodo di conflitto e divisione tra
cristiani e musulmani, il Santo si distinse per il suo desiderio di
costruire ponti piuttosto che muri. Nel 1219, durante la Quinta
Crociata, intraprese un viaggio in Egitto con l'intento di dialogare
con i musulmani.
La sua audace missione lo
portò a incontrare il sultano al-Malik al-Kamil, un incontro che è
passato alla storia come un esempio di rispetto reciproco e apertura
al dialogo. Francesco non cercava di convertire il sultano con la
forza, ma piuttosto di stabilire un legame basato sull'amore e sul
rispetto reciproco.
Questo atteggiamento
prefigurava un concetto che, nel corso dei secoli, sarebbe diventato
uno dei pilastri del pensiero moderno: l'idea che alcuni principi e
valori siano applicabili a tutti gli esseri umani, indipendentemente
dalla loro origine culturale, etnica o sociale e sostenendo che vi
siano diritti fondamentali e dignità intrinseca che spettano a ogni
individuo, riconoscendo l'uguaglianza e la solidarietà tra le
diverse comunità umane.
Alla conclusione del suo
intervento, fra’ Vittorio ha guidato i partecipanti in una visita
all'interno del complesso monastico.
Un momento di intensa
emozione è stata la venerazione delle reliquie di un brandello di
benda impregnato del sangue delle stimmate di San Francesco e di un
frammento del cilicio che egli usava indossare sotto il saio.
Si è dunque potuto
accedere alla cella in cui San Francesco pregava e si ritirava
durante le sue visite a Roma. Grazie a Jacopa de' Settesoli, una
devota francescana e amica del Santo, questa piccola cella è
diventata un luogo sacro di preghiera e profonda devozione.
All'interno della cella
si trova un magnifico altare ligneo, un capolavoro barocco realizzato
dallo scultore francescano Bernardino di Jesi. Quest'opera nasconde
al suo interno una preziosa collezione di reliquie francescane,
donate dal granduca di Toscana Leopoldo dei Medici. Un ingegnoso e
complesso meccanismo progettato da fra’ Tommaso da Spoleto consente
l'apertura di tutte le porte e porticine ai lati della pala d'altare,
rivelando i cofanetti d'argento che custodiscono le sante reliquie.
Incastonata nella geniale
struttura, spicca la splendida pala d'altare attribuita a Margaritone
d'Arezzo (XIII secolo) raffigurante San Francesco.
Accanto all'altare, sulla
parete, è presente una nicchia che ospita la pietra su cui il Santo
era solito poggiare il capo durante il sonno.
Salendo al piano
superiore del convento, si è potuto visitare la stanza che conserva
le reliquie e gli oggetti appartenuti a San Carlo da Sezze. Il Santo
morì il 6 gennaio 1670 nell'infermeria dell'ospedale di San
Francesco a Ripa. Dopo la sua morte, sul suo petto fu trovata una
particolare stigmate, simile alla ferita che Gesù ricevette al
fianco a causa di un colpo di lancia, la quale continuò a sanguinare
per diversi giorni. Tale segno fu riconosciuto come di origine
soprannaturale da una commissione medica appositamente incaricata e
venne considerato uno dei due miracoli necessari per la sua
beatificazione.
Benché avesse acquisito
solo una conoscenza superficiale della lettura e della scrittura,
Carlo era stato dotato da Dio di straordinari doni mistici, in
particolare quelli del consiglio e della scienza infusa. Questi
talenti gli permisero di dedicarsi a una prodigiosa produzione
ascetico-letteraria, difficilmente comprensibile se si considera
unicamente il suo percorso di studi.
Oggi, le sue spoglie
riposano in una cappella a lui dedicata nella navata sinistra della
chiesa.
Si è quindi tornati in
chiesa, dove Fabio Costa ha guidato i presenti presso la Cappella di
Sant’Anna, che ospita sull'altare l'ultima opera compiuta del
famoso scultore Gian Lorenzo Bernini: la straordinaria statua
giacente che rappresenta l'Estasi della Beata Ludovica Albertoni.
Quest'opera è un
autentico esempio di trasporto mistico-carnale e di estasi barocca.
Ludovica è adagiata su un letto finemente ricamato nel marmo e
poggiato su un magnifico drappo in diaspro. Il suo corpo è disteso,
con la schiena leggermente curvata, mentre il volto, inclinato
all'indietro, esprime l'intensa emozione che la beata vive nel
momento in cui è avvolta dalla Luce Divina.
La Santa Messa è stata
officiata dal Priore padre Pierre Paul. Al termine della
celebrazione, prima della benedizione finale, il Delegato ha avuto la
possibilità di presentare l'Ordine ai numerosi visitatori e fedeli
presenti. Questi, incuriositi e affascinati dai mantelli indossati
dalle Dame e dai Cavalieri, hanno manifestato un sincero interesse
per le finalità e le opere dell’Ordine.
Alla conclusione
dell'intenso e formativo incontro, i partecipanti si sono ritrovati
presso un ristorante nelle vicinanze per condividere un momento
conviviale, che ha avuto luogo in un'atmosfera di gioiosa e fraterna
amicizia.
15 febbraio 2025
Pontificio Collegio Greco di Sant'atanasio
Sabato 15 febbraio 2025,
presso il Pontificio Collegio Greco di Sant'Atanasio, è stata
organizzata una conferenza dal titolo “2025: Un Anno di
Grazia. Cristiani in cammino verso l’Unita guardando a Nicea
(325-2025)”.
Il Rettore del Pontificio
Collegio dei Greci, l’Archimandrita padre Maciej Pawlik osb, ha
accolto con calorosa ospitalità e affabilità i numerosi
partecipanti all'incontro. Nel corso del suo intervento, il Rettore
ha condiviso la storia del Collegio, istituito da papa Gregorio XIII
con bolla datata 13 gennaio 1577.
Il Collegio fu fondato
per accogliere e formare il clero delle comunità orientali, che, a
seguito della conquista dei territori dell'antico Impero Bizantino da
parte dei turchi, si ritrovarono privi di punti di riferimento
culturali e religiosi. L'obiettivo principale del Collegio era
ristabilire la comunione con Roma per le separate comunità
d'Oriente, promuovendo il dialogo e il recupero di legami spirituali
tra le diverse tradizioni cristiane.
Il Delegato, Daniela
Forniti, ha illustrato le ragioni che l'hanno indotta a organizzare
la conferenza per commemorare i 1700 anni dal Concilio di Nicea,
scegliendo come sede il Pontificio Collegio dei Greci, un luogo
simbolico che, più di ogni altro a Roma, rappresenta la Chiesa
Cattolica di rito greco-bizantino.
Con profondo rispetto e
gratitudine, ha quindi introdotto il relatore della conferenza, Sua
Eccellenza Reverendissima Mons. Donato Oliverio, Eparca di Lungro
degli Italo-Albanesi e attuale Membro della Commissione Episcopale
per l'ecumenismo e il dialogo.
Il Delegato, dopo aver
espresso il suo sentito ringraziamento per l'impegno, la dedizione e
l'attenzione con cui è stato realizzato questo evento, che ha
offerto un'opportunità unica di approfondimento su un tema di così
grande importanza per la storia della Chiesa, ha invitato il Comm.
Ing. Nicola Barone a ricoprire il ruolo di moderatore della
conferenza.
Nella prima parte della
conferenza, Mons. Donato Oliverio ha illustrato la storia della
giovane Eparchia di Lungro, istituita il 13 febbraio 1919 da Papa
Benedetto XV con la Costituzione apostolica "Catholici fideles".
L’Eparchia è stata
fondata per preservare e trasmettere un antico e prezioso patrimonio,
quello dei discendenti dei profughi del XV secolo, che, costretti a
lasciare la propria terra a seguito della conquista ottomana,
attraversarono il mare in cerca di un luogo dove poter vivere
liberamente e professare la loro fede cristiana.
L’Eparchia di Lungro ha
così unito i numerosi paesi arbëreshë, presenti da oltre cinque
secoli in tutta l’Italia meridionale e insulare. Questi paesi,
distribuiti su diversi territori di diocesi e regioni, costituiscono
una testimonianza vivente della cultura e della lingua albanese,
mantenutasi intatta nel tempo grazie alla tenacia e alla fede delle
comunità che li abitano.
Nella seconda parte della
conferenza, Mons. Oliverio ha approfondito le origini storiche del
Concilio di Nicea, evidenziando il contesto politico, religioso e
sociale che ha portato alla convocazione di questo evento
fondamentale per la storia della Chiesa.
Ha spiegato come
l’imperatore Costantino, nel tentativo di unificare l'Impero
Romano, abbia convocato il Concilio nel 325 d.C. a Nicea, con
l’obiettivo di risolvere le controversie dottrinali, in particolare
quelle legate all’arianesimo, e stabilire una solida base teologica
per il cristianesimo.
Mons. Oliverio ha messo
in luce l’importanza del Concilio di Nicea non solo per la Chiesa,
ma anche per la storia del mondo antico, segnando una pietra miliare
nella definizione della dottrina cristiana e nel consolidamento della
fede in Cristo come vero Dio e vero uomo.
Infine, nella terza parte
della conferenza, Mons. Oliverio ha analizzato le ripercussioni del
Concilio di Nicea nel contesto odierno, sottolineando l'importanza
storica e teologica di questo evento per la Chiesa contemporanea.
Ha evidenziato come le
decisioni prese a Nicea, come la definizione del Credo niceno,
abbiano ancora una grande influenza sul pensiero teologico e sulla
dottrina cristiana, costituendo un punto di riferimento
imprescindibile per il dialogo ecumenico tra le diverse tradizioni
cristiane.
Mons. Oliverio ha inoltre
discusso come il Concilio di Nicea abbia contribuito a consolidare
l’unità della Chiesa, un tema di rilevanza sempre attuale,
soprattutto in un periodo segnato dalla crescente pluralità di
interpretazioni religiose.
Ha concluso riflettendo
sull’importanza di rimanere fedeli ai principi stabiliti a Nicea,
affinché la Chiesa possa continuare a svolgere il suo ruolo di
testimone della fede cristiana nel mondo moderno.
Al termine della
conferenza, i partecipanti hanno avuto l’opportunità di visitare
la cappella interna, dedicata al Santo fondatore dell'Ordine
Benedettino, a cui è affidato il Collegio.
La cappella, autentico
scrigno di spiritualità, è adornata da mirabili icone che
abbelliscono le pareti, riflettendo la bellezza della tradizione
bizantina. Oltre l’iconostasi lignea, all'interno del Vima, si
possono ammirare affreschi che raccontano episodi sacri e infondono
un’atmosfera di profonda devozione.
Attraverso un passaggio
interno, si è giunti nella chiesa di Sant’Atanasio dei Greci,
simbolo della tradizione cristiano-ortodossa orientale e importante
punto di riferimento per la comunità greca di Roma.
Edificata nel 1583 su
progetto di Giacomo Della Porta, la chiesa presenta una pianta a
croce latina con una navata unica e due cappelle laterali, seguendo
uno schema di ispirazione bizantina, che la rende un raro esempio di
architettura romana.
La zona presbiteriale è
separata da una iconostasi lignea, all’interno della quale si trova
il Vima. L’altare, di forma quadrata, è sovrastato da un ciborio
dalla cui volta pende l’artoforio in forma di colomba, simbolo
della presenza divina.
Si è quindi avuta la
possibilità di visitare l’antica biblioteca, un vero e autentico
scrigno di conoscenza, che custodisce manoscritti rari, incunaboli e
volumi storici di inestimabile valore. Questo luogo, che affascina
per la sua grandezza e importanza, rappresenta una meta ricercata da
studenti di ogni parte del mondo, che vi si recano per approfondire
le loro ricerche o per scrivere le loro tesi di laurea.
Alla conclusione
dell'intenso e arricchente incontro, i partecipanti si sono riuniti
presso un ristorante nelle vicinanze per condividere un momento
conviviale, che ha avuto luogo in un'atmosfera di gioiosa e fraterna
amicizia.
18 gennaio 2025
Delegazione per l'Italia della Custodia di Terra Santa
Sabato 18 gennaio 2025,
presso la sede della Delegazione per l’Italia della Custodia di
Terra Santa si è svolto il primo incontro dell’anno della
Delegazione Locale Roma San Giovanni.
La Delegazione per
l’Italia della Custodia di Terra Santa ha sede presso Villa
Giustiniani Massimo, un luogo che vanta un passato di grande
rilevanza storica e artistica a Roma e che oggi rappresenta il
simbolo di connessione tra Roma e i Luoghi Santi, rafforzando il
legame tra la comunità cristiana e i luoghi che sono stati testimoni
dell'incarnazione e della missione di Gesù.
La costruzione della
villa risale ai primi anni del 1600 per volere del marchese Vincenzo
Giustiniani, uno dei più illustri collezionisti e mecenati del
Seicento. Successivamente, la villa passò nelle mani della famiglia
Massimo, che ne arricchì ulteriormente la storia e il patrimonio.
Celeberrimo è il ciclo
pittorico dei Nazareni, ancora oggi visibile, voluto dal marchese
Carlo Massimo, che tra il 1817 e il 1827 affidò a una congrega di
pittori romantici tedeschi, conosciuti come i Nazareni, la
decorazione della sua villa di campagna al Laterano, Villa Massimo. I
Nazareni decorarono tre stanze della villa con scene epiche tratte
dalle opere di Dante Alighieri, Torquato Tasso, Ludovico Ariosto e
Francesco Petrarca, poiché ritenevano che per favorire il recupero
del cattolicesimo in Europa fosse essenziale riscoprire i principi
del Rinascimento e celebrare il grande poema italiano.
Proprio grazie al suo
legame con i pittori tedeschi, Villa Massimo divenne inizialmente
sede dell'Ambasciata Tedesca e, successivamente, durante
l'occupazione di Roma nella Seconda Guerra Mondiale, fu utilizzata
come quartier generale dagli ufficiali della Gestapo.
Alla fine della guerra,
nel 1948, Villa Massimo, ormai in stato di grave decadenza e vittima
di numerosi saccheggi, fu acquisita dai frati minori della Custodia
di Terra Santa. L'intento principale era quello di offrire una casa
ai loro confratelli, situata a pochi passi dalla basilica di San
Giovanni in Laterano, e di fornire una sede stabile alla Delegazione
di Terra Santa a Roma.
La Delegazione di Terra
Santa svolge ancora oggi un ruolo fondamentale di rappresentanza del
Padre Custode a Roma, affrontando tutte le questioni relative ai
rapporti con il Vaticano e con i suoi vari dicasteri, tra cui la
Segreteria di Stato e la Congregazione per le Chiese Orientali.
Inoltre, la Delegazione rappresenta un punto di riferimento e
accoglienza per i frati che, impegnati negli studi nelle Università
Pontificie, soggiornano a Roma, nonché per i frati Custodi
provenienti da tutto il mondo che necessitano, per vari motivi, di
soggiornare nella città.
Il Delegato del Custode
di Terra Santa in Italia, padre Francesco Ielpo, ha accolto con
grande cordialità e calore il Delegato Daniela Forniti assieme al
Priore padre Pierre Paul e ai Cavalieri, Dame, Aspiranti e Amici che
in gran numero hanno partecipato all’incontro, sottolineando così
il significativo consolidamento dei legami di fraternità e
dell’impegno comune a favore della Terra Santa.
Padre Francesco Ielpo,
attraverso una serie di immagini, ha spiegato e approfondito la
storia della Custodia, iniziando con il racconto dei Frati Minori
Francescani che, per volontà di san Francesco, durante il primo
Capitolo Generale del 1217, presero la decisione ispirata di inviare
alcuni dei loro confratelli in ogni angolo del mondo, compresa la
Terra Santa.
Padre Ielpo ha chiarito
quindi il ruolo distintivo della Custodia di Terra Santa e del
Patriarcato di Gerusalemme dei Latini, sottolineando come, ancora
oggi, molte persone tendano a confondere queste due istituzioni
cattoliche, pur avendo compiti e responsabilità differenti.
La Custodia, da otto
secoli, si occupa di custodire, preservare, studiare e rendere
accoglienti i luoghi sacri della Terra Santa ai numerosi fedeli che
da ogni parte del mondo vi si recano in pellegrinaggio. Sostiene
altresì molteplici opere di carattere sociale e assistenziale quali
orfanotrofi, case di riposo, centri medici, alloggi per famiglie
bisognose, scuole e università mantenendo vivo e solido il legame
con i popoli che abitano quei luoghi. I territori sotto giurisdizione
della Custodia sono Israele, Palestina, Giordania, Libano, Egitto,
Cipro e Rodi. Il suo sostegno deriva principalmente dalla Colletta
mondiale del Venerdì Santo Pro Terra Sancta.
Il Patriarcato di
Gerusalemme dei Latini rappresenta la Diocesi Patriarcale Latina con
il vescovo e le istituzioni ecclesiali quali le parrocchie, il clero
locale nonché le scuole e altri istituti nei territori di Israele,
Palestina, Giordania e Cipro. Il suo sostegno, che non rientra nella
Colletta Pro Terra Sancta, è rappresentato soprattutto dalle
elargizioni da parte dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di
Gerusalemme.
Padre Francesco ha
esortato tutti a tornare, appena possibile, in Terra Santa non solo
per visitare i luoghi sacri, ma anche per incontrare i suoi abitanti,
che hanno bisogno non solamente di sostegno economico, ma anche di
sentirsi valorizzati e supportati, di percepire la vicinanza delle
comunità cristiane di tutto il mondo.
E soprattutto, è
fondamentale l’informazione: è essenziale documentarsi, leggere
attraverso siti e riviste specializzate, collegarsi ai canali di
informazione cattolica, perché è cruciale non dimenticare le
“pietre vive” che abitano il luogo più amato e scelto da Dio, il
luogo dove ha deciso di incarnarsi e rivelarsi a noi. Solo attraverso
una conoscenza profonda di quei luoghi, delle loro storie, delle
persone che vi risiedono e delle sfide che affrontano, possiamo
comprendere appieno la nostra responsabilità nel sostenere e
proteggere la Terra Santa.
Padre Francesco ha quindi
espresso il suo più sentito ringraziamento per la visita
dell'Ordine, sottolineando l'importanza del sostegno continuo e
dell'impegno reciproco. Ha poi invitato tutti a tornare quanto prima,
per proseguire nella missione di supporto e di condivisione della
bellezza e della spiritualità della Terra Santa e della sua
Custodia, affinché il legame fraterno e di solidarietà possa
rinnovarsi sempre più.
Al termine della
conferenza, i partecipanti si sono recati presso la Parrocchia dei
Santi Marcellino e Pietro al Laterano, dove hanno celebrato la Santa
Messa assieme al parroco, don Salvatore Cernuto. Prima della
benedizione finale, il Delegato ha avuto l'opportunità di presentare
l'Ordine alla comunità parrocchiale e ai numerosi visitatori
presenti, i quali hanno manifestato un vivo interesse nel conoscere
più approfonditamente la missione e le attività dell'Ordine. Questo
momento ha sottolineato l'impegno comune nella preghiera e nel
rafforzare azioni concrete di solidarietà.
Alla conclusione
dell'intenso e formativo incontro, i partecipanti si sono ritrovati
presso un ristorante nelle vicinanze per condividere un momento
conviviale, che ha avuto luogo in un'atmosfera di gioiosa e fraterna
amicizia.
Questo incontro informale
ha rappresentato un'occasione per rafforzare i legami tra i presenti,
scambiare impressioni sull'evento e consolidare lo spirito di
fraternità che caratterizza l'Ordine, favorendo una più profonda
conoscenza reciproca e il consolidamento dei legami di solidarietà
tra i membri.
23 novembre 2024
Basilica di Santa Croce in Gerusalemme
Sabato 23 novembre,
presso la splendida Basilica di Santa Croce in Gerusalemme, si è
svolto l’ultimo incontro dell’anno 2024 della Delegazione Locale
di Roma San Giovanni.
Nel 325 l’imperatrice
Elena fece edificare una Cappella all’interno del suo palazzo per
conservare i frammenti della Vera Croce di Gesù assieme ad altre
reliquie della Passione che,
secondo la tradizione, aveva fatto trasportare a Roma di ritorno dal
suo pellegrinaggio in Terra Santa. La Cappella, successivamente,
divenne il nucleo originario dell'attuale Basilica di Santa Croce in
Gerusalemme.
La chiesa, conosciuta con
il nome di Hierusalem, in quanto edificata sulla terra
consacrata del Monte Calvario, che fu posta alla base delle sue
fondamenta, da allora è sempre stata meta di pellegrinaggi grazie
all'enorme importanza storica delle reliquie che custodisce. Gli
stessi Pontefici, il Venerdì Santo, percorrevano a piedi scalzi, in
segno di penitenza, il tragitto che dal Laterano, sede allora della
loro residenza, conduceva alla Basilica per adorare le sante
reliquie. E’ una delle sette
chiese di Roma facente parte del
tradizionale itinerario di pellegrinaggio reso celebre da san Filippo
Neri.
Presso la sala capitolare
del complesso monastico, il Delegato Daniela Forniti e il Priore
padre Pierre Paul, hanno accolto i numerosi Cavalieri, Dame,
Aspiranti e Amici. Graditissima la presenza alla conferenza di S.E.R.
Mons. Romano Rossi, Membro del Dicastero delle Cause dei Santi.
Relatore di
eccezione della conferenza dal titolo “Santa Croce in
Gerusalemme: Elena e Costantino tra Roma e la Terra Santa” è
stato mons. Andrea Lonardo, sacerdote della Diocesi di Roma.
Laureato in Filosofia,
don Andrea ha studiato Sacra Scrittura al Biblico di Roma e all’École
Biblique di Gerusalemme. È attualmente direttore dell'Ufficio
Catechistico e del Servizio per il Catecumenato della Diocesi di
Roma, dopo aver ricoperto il ruolo di direttore dell’Ufficio per la
Pastorale Universitaria e dell'Ufficio per la Cultura e l'Università
della Diocesi di Roma.
Insegna Bibbia, scuola e
catechesi e Introduzione al Catechismo della Chiesa Cattolica presso
l’Istituto di scienze religiose Ecclesia mater di Roma, oltre al
Corso sulla storia della città e della chiesa di Roma che si svolge
ormai da anni. Autore di numerose opere, ha prodotto, per la
trasmissione “A sua Immagine”, video su artisti, scrittori,
personaggi storici come Caravaggio, Dante, Napoleone legati alla
storia di Roma.
La conferenza è stata
l’occasione per approfondire meglio le figure di Costantino e di
Elena, personaggi le cui vite sono state spesso oggetto di miti e
leggende.
Numerosi fonti cristiane,
ma anche pagane, testimoniano che Costantino, alla vigilia della
battaglia di Ponte Milvio, venne avvertito in sogno di fare incidere
sugli scudi del suo esercito il segno delle lettere greche chi e rho - le prime due lettere della parola Christòs – che lo
guidarono instictu divinitatis alla vittoria su Massenzio.
Da quella vittoria si
avvertì un forte mutamento nella vita dell’Imperatore e nel tenore
della sua vita politica. Gli studiosi moderni sono tutti concordi nel
ribadire che la sua conversione al Cristianesimo avvenne in maniera
graduale e che la sua piena adesione alla fede Cristiana avvenne
solamente in punto di morte, quando egli ricevette il battesimo da
Eusebio di Nicomedia nel 337.
Con l’Editto di
Milano, nel 313, venne affermata la libertà di coscienza nel
seguire la religione che si professava, e non a caso i cristiani
vennero per primi nominati.
Fu la sua condizione di
catecumeno che gli permise di convocare nel 325 il Concilio di Nicea
che professò una prima versione di quello che diverrà il Credo
niceno-costantinopolitano che ancora oggi si recita nelle chiese.
La benevolenza
dell’imperatore verso i cristiani si manifestò nelle donazioni di
edifici e di terreni e, soprattutto, nella costruzione delle prime
grandi basiliche cristiane.
Fu sua l’intuizione di
spostare la capitale dell’impero a Costantinopoli, una decisione
che portò, man mano che l’impero si indeboliva, ad accentrare il
potere, non solo religioso ma anche civile, sull’unica figura che
aveva un’autorità da tutti riconosciuta in Roma, il Pontefice. La
libertà del papato di guidare la Chiesa nacque proprio da
quell’allontanamento della capitale da Roma a Costantinopoli.
Costantino, come tutti
gli imperatori romani, esercitò certamente il potere in maniera
assoluta, eliminando i rivali e giungendo a far uccidere il figlio
Crispo e poi la seconda moglie Fausta, ma non c’è dubbio, che fu
lui a porre fine alle persecuzioni anti-cristiane.
Anche l’invio in Terra
Santa della madre Elena in sua rappresentanza e la costruzione delle
basiliche in Gerusalemme intendevano mostrare quanto l’imperatore
si appoggiasse alla fede cristiana in quanto egli aveva capito che i
templi pagani erano sempre più vuoti, che le divinità di Roma non
rappresentavano più un collante che unisse i suoi sudditi.
L’imperatrice Elena,
che può essere considerata la prima archeologa cristiana, individuò
il luogo della crocifissione e della resurrezione di Cristo sullo
stesso sito dove l’imperatore Adriano vi aveva fatto costruire un
tempio dedicato a Giove e a Venere, proprio per impedire la
venerazione di quel luogo santo da parte dei primi cristiani di Terra
Santa. In questo luogo ella vi fece erigere la basilica
dell’Anastasis, cioè della Resurrezione.
Di ritorno dalla Terra
Santa, Elena fece trasportare a Roma parte del materiale emerso dai
lavori di sterro compiuti a Gerusalemme e, da allora sino ad oggi,
chi calpesta il pavimento della cripta della Basilica è come se
calpestasse la terra del Calvario intrisa del sangue di Gesù.
Al termine della
conferenza, presso la splendida Basilica di Santa Croce in
Gerusalemme, è stata celebrata la Santa Messa presieduta da mons.
Andrea Lonardo assieme al parroco don Alessandro Pugiotto e al Priore
padre Pierre Paul.
Prima della recita della
Preghiera del Cavaliere e della Dama, il Delegato ha presentato
l’Ordine ai numerosi visitatori e pellegrini presenti.
In silenzio e con spirito
di profonda devozione ci si è recati in processione presso la
Cappella delle Sacre Reliquie ove è custodito il tesoro più
prezioso della basilica ossia le reliquie che la tradizione cristiana
venera come quelle della Santa Croce: esse rappresentano uno
strumento per accostarci direttamente al mistero dell’Incarnazione
e della morte di Cristo e, con il loro aiuto, di poter riflettere
sulla realtà storica di Gesù.
Se le reliquie di Cristo
ora riposano in pace, si deve alle enormi e sorprendenti conseguenze
della vicenda di Elena e di suo figlio Costantino. Grazie a loro, i
valori cristiani non restarono più rinchiusi nell’ambito dei
credenti, ma fecondarono nei secoli il vivere sociale in tutto il
mondo giungendo fino ad oggi.
Al
termine dell’intenso e formativo incontro, ci si è ritrovati
presso un vicino ristorante per condividere insieme un momento
conviviale vissuto in un clima di gioiosa e fraterna amicizia.
25 ottobre 2024
Circolo Ufficiali delle Forze Armate d’Italia
IL RUOLO DELLE FORZE ARMATE NELLE MISSIONI DI PACE
Presso il prestigioso Circolo Ufficiali delle Forze Armate d’Italia, ove si sono svolte alcune delle più significative pagine della storia italiana, le Delegazioni Locali Roma San Giovanni e Roma San Matteo hanno organizzato, per venerdì 25 ottobre 2024, una conferenza dal titolo “Il ruolo delle Forze Armate nelle missioni di pace”.
È stata l’occasione per approfondire la conoscenza dei compiti delle nostre Forze Armate in Italia e all’Estero, con particolare riferimento al supporto e al mantenimento della pace in quelle aree del mondo caratterizzate da particolare instabilità geopolitica. In un periodo, infatti, in cui venti di guerra soffiano in ogni direzione, le Forze Armate italiane operano in favore della pace e nella veste riconosciuta di operatori di pace, anche a tutela del Diritto Internazionale Umanitario.
Relatore di eccezione il Cavaliere di Gran Croce Salvatore Camporeale, attuale Sottocapo di Stato Maggiore dell’Esercito Italiano, il quale, malgrado i suoi gravosi e numerosi impegni, ha voluto offrire il proprio contributo a servizio dell’Ordine.
Il Circolo, che ha appena festeggiato i 90 anni dalla sua costituzione, ha sede presso Villa Savorgnan di Brazzà, elegante e signorile esempio di edilizia neoclassica dei primi del Novecento. Gli ospiti presenti sono rimasti incantati dagli ambienti all’interno della villa splendidamente arredati e decorati con magnifiche tappezzerie, raffinati stucchi e pregiati portali di marmo.
Alla conferenza erano presenti, oltre a numerosissimi membri dell’Ordine e i loro accompagnatori, alti rappresentanti delle Forze Armate, membri del Corpo Diplomatico in servizio e in quiescenza, personalità del mondo accademico, il Preside della Sezione Roma, i Delegati e i Priori delle Delegazioni Locali Roma San Giovanni e Roma San Matteo.
La conferenza ha avuto avvio con un indirizzo di saluto del Priore della Sezione di Roma San Giovanni, Comm. Padre Pierre Paul, il quale ha affidato il buon esito dell’evento a San Giovanni XXIII, Patrono dell’Esercito Italiano, Papa Buono e Papa della Pace.
L’incontro è poi entrato nel vivo con l’intervento del Cavaliere di Gran Croce Salvatore Camporeale il quale, prendendo le mosse anche dalla propria esperienza personale, ha spiegato in cosa consistano i compiti delle Forze Armate – dell’Esercito Italiano in particolare – e riepilogando le principali missioni condotte dall’Italia all’estero dal dopoguerra a oggi. Missioni nelle quali il nostro Paese ha riscosso il plauso delle nazioni ospitanti e dei principali attori internazionali, per la professionalità dimostrata ma anche e soprattutto per l’empatia instaurata con le popolazioni locali. Al termine dell’intervento numerose sono state le domande e le testimonianze dei presenti, sinceramente interessati a temi tanto significativi.
Molto sentita, in particolare, la testimonianza del Comm. Lgt. Pasquale Fico, il quale ha raccontato, con coinvolgimento emotivo, delle sue esperienze di militare dell’Esercito Italiano in Kosovo e in Afghanistan.
L’evento si è infine concluso con le parole del Preside della Sezione Roma, Cav. di Gran Croce Prof. Lorenzo de Notaristefani, il quale ha altresì recitato la preghiera alla Beata Vergine Maria Regina di Palestina per la pace in Terra Santa.
Un sentito ringraziamento è stato espresso da tutti i partecipanti ai moderatori della conferenza, il Cav. Luigi Garrì e il Cav. Andrea dell’Angelo, che si sono prodigati nell’organizzazione e la buona riuscita dell’evento.
Al termine della conferenza, presso la meravigliosa Sala degli Angeli del Circolo Ufficiali, si è svolta la cena conviviale che ha visto gli entusiasti presenti interloquire con il Generale Salvatore Camporeale e consolidare ulteriormente i legami di amicizia e fratellanza tra i componenti dell’Ordine.
A gran voce è stata espressa la richiesta di un nuovo incontro, su questo tema e su altri ad esso correlati, non soltanto perché di straordinaria attualità ma anche per la complementarietà e le indubbie affinità morali tra i compiti dell’Ordine e quelli delle Forze Armate, vere eccellenze d’Italia e primi operatori di pace in una società in sempre continua evoluzione.
22 giugno 2024
Santuario di Santa Maria in Celsano
Santa Messa presso il Santuario di Santa Maria in Celsano e Agape fraterna
Nella mattina di sabato 22 giugno 2024 presso il Santuario di Santa Maria in Celsano, storico borgo medioevale ubicato in Santa Maria di Galeria, sì è svolto l’incontro organizzato dalla Delegazione Locale di Roma San Giovanni.
Il Delegato Daniela Forniti e il Priore padre Pierre Paul, assieme al Rettore del Santuario don Roberto Leoni, hanno accolto il Preside della Sezione Roma Cav. Gr. Cr. Prof. Lorenzo de Notaristefani, la Consigliera di Luogotenenza Dama di Comm. con Placca Federica De Pasquale, i Cavalieri, le Dame, gli Aspiranti, i Familiari e gli Amici che numerosi sono intervenuti all’ormai tradizionale incontro prima delle vacanze estive.
Il Santuario di Santa Maria in Celsano, Madre della Consolazione, custodisce da secoli un’icona mariana di origine orientale risalente al 1300 circa, portata da alcuni pellegrini che la deposero su di un albero di gelso, da cui il termine “celsano”. Forte è anche il legame che unisce questo Santuario alla Terra Santa in quanto la chiesa, oltre a custodire la venerata reliquia di un frammento della Santa Croce, conserva ai lati dell’icona della Vergine due lampade votive, chiamateLampade dell’Unità e della Pace, provenienti da Gerusalemme.
La Santa Messa, celebrata dal Priore padre Pierre, è stata dedicata, secondo un antichissimo uso liturgico di devozione mariana, alla memoria della Vergine Maria.
Nella sua omelia, padre Pierre ha commentato il brano del Vangelo di San Matteo 6,24-34 in cui Gesù ci esorta a non preoccuparci per il domani perché al di sopra di tutto c’è un Padre amoroso che ci accompagna e ci sostiene. Non si può servire Dio e la ricchezza. Viviamo con la costante paura di perdere ciò che riteniamo nostro e trascorriamo la vita ad accumulare denaro e potere dimenticandoci dell’amore che Dio ha per noi. L’invito è di fidarsi di Dio, di orientare la nostra vita verso il vero bene al servizio del prossimo.
Al termine della celebrazione eucaristica il Preside della Sezione Roma, Cav. Gr, Cr. Prof. Lorenzo de Notaristefani, ha salutato tutti i presenti, augurato loro buon vacanze estive e annunciato che il 14 settembre, in occasione della Festa dell’Esaltazione della Santa Croce, verrà celebrata la Santa Messa organizzata dalla Sezione Roma.
Con il cuore e il pensiero rivolti verso i nostri fratelli di Terra Santa si è recitata la Preghiera del Cavaliere e della Dama.
Successivamente alla Celebrazione, gli intervenuti si sono recati presso la Tenuta Agricola Reali per condividere insieme la mensa. L'Agape, che ricorda il convito fraterno presso gli antichi cristiani, è espressione di comunione, amicizia, affinità, il prendersi cura gli uni degli altri. Ed è proprio con questo sentimento che i partecipanti hanno condiviso il pasto, preparato grazie all’apporto di pietanze che ognuno ha generosamente voluto condividere con i propri confratelli e amici in un clima di fraterna amicizia, un’occasione importante per potersi conoscere meglio, esporre iniziative e favorire i rapporti interpersonali.
11 maggio 2024
Chiesa di Sant'Agnese in Agone
Sabato
11 maggio 2024 le Delegazioni di San Luca e di San Giovanni hanno
partecipato alla visita della Cripta restaurata di Sant’Agnese in
Agone a piazza Navona in Roma, un percorso tra arte, storia e fede
nel luogo del martirio della santa.
La cripta è attualmente chiusa,
in fase di ultimazione della riqualificazione e sarà aperta al
pubblico e ai pellegrini a partire dall’Anno Santo 2025. La visita
alla cripta risanata e restaurata si è svolta grazie alla
disponibilità del Rettore, S.E. Mons Don Paolo Schiavon il quale,
insieme
al Priore di Sezione Mons. Maurizio Piscolla e di quello di
Delegazione Locale Mons. Adriano Furgoni,
ha dato il via all’evento celebrando la Messa presso la splendida
Sacrestia del Borromini.
Il Prof. Ing. Luca
Mazzola, ha
svolto un’approfondita presentazione, illustrando la complessa e
articolata attività tecnico-scientifica e gestionale che è stata
necessaria per la riqualificazione della cripta, e ha quindi guidato
la visita in gruppi, illustrando le peculiarità architettoniche e
pittoriche del complesso monumentale
All’interno
degli ambienti edificati sul luogo dove la piccola Agnese fu
martirizzata all’età di 12 anni, è stato possibile ammirare
affreschi ispirati alla vita della Santa e all’Apocalisse di San
Giovanni, nonché resti dello stadio di Domiziano (85 d.C.) al cui
interno (precisamente nel 5° fornice) sarebbe avvenuto il martirio.
Prezioso è stato anche
il contributo del Prof. Dario
Beccarini, storico dell'arte, che ha intrattenuto i Cavalieri e le
Dame presenti con suggestive osservazioni sulla Sacrestia del
Borromini e le altre opere che impreziosiscono la Chiesa di
Sant'Agnese in Agone.
La giornata si è
conclusa con un pranzo conviviale in un ristorante nelle vicinanze.
13 aprile 2024
Basilica di Sant'Agostino in Campo Marzio
Sabato 13
aprile 2024, nella splendida basilica di Sant’Agostino in Campo
Marzio, si è svolto l’incontro previsto dal calendario
semestrale della Delegazione di Roma San Giovanni.
Il
Delegato Daniela Forniti e il Priore padre Pierre Paul hanno accolto
il Preside della Sezione Roma, il Delegato di Roma San Matteo e i
numerosi Cavalieri, Dame, Aspiranti e Amici presso la sala capitolare
dell’annesso complesso conventuale dei frati Agostiniani.
Alle
ore 10.00, è iniziata la prevista conferenza con padre Ibrahim
Shomali, parroco a Reneh, villaggio della Galilea
situato vicino Nazareth.
Padre
Ibrahim, nato a Betlemme, ha frequentato il Seminario Minore del
Patriarcato di Gerusalemme dei Latini e nel 1996 è stato Ordinato
sacerdote nella chiesa di Santa Caterina a Betlemme. Nel 2002 è
venuto a Roma per studiare Teologia alla Pontificia Università
Lateranense, dove si è laureato nel 2004. Nel 2017 è stato nominato
Cancelliere del Patriarcato di Gerusalemme dei Latini e Vice
Direttore dell'Ufficio Pastorale per Israele e Palestina. E’ stato
parroco a Ramallah, Bet Jala e Taybeh.
Venuto
appositamente da quei luoghi dove si svolsero i principali fatti
dell'Antico e Nuovo Testamento e che per noi cristiani rappresentano
i siti in cui la Salvezza si è manifestata e la "buona notizia"
è stata annunciata per la prima volta, padre Ibrahim ha portato la
testimonianza dei nostri fratelli cristiani, le “pietre vive”
della Terra Santa, discendenti delle prime comunità cristiane e dei
pellegrini che, nel corso dei secoli, hanno conservato e tramandato
la loro fede in questa parte di mondo e che oggi si trovano a dover
affrontare una crisi umanitaria senza precedenti, dove il rischio
sanitario e l’insicurezza alimentare sono sempre più imminenti.
Padre
Ibrahim ha parlato delle origini del conflitto israelo-palestinese,
dei passaggi storici che hanno portato alla situazione attuale,
dell’effettiva condizione odierna in cui versa la comunità dei
cristiani in Israele e Palestina e di come l’Ordine Equestre del
Santo Sepolcro, attraverso il Patriarcato di Gerusalemme dei Latini,
permette loro di poter continuare a sopravvivere attraverso
interventi di sostegno economico volti a garantire il soddisfacimento
dei bisogni sia generali che specifici come la distribuzione di buoni
spesa alimentari, il rimborso delle cure mediche e delle medicine, il
pagamento di utenze di elettricità, di acqua e dei canoni di affitto
delle abitazioni. Ha esposto quindi i numerosi progetti e interventi
nel costruire e mantenere le tante strutture e opere cristiane
presenti nel territorio realizzati grazie al contributo dell’Ordine.
Alle
ore 11.30 si è celebrata la Santa Messa nella basilica
di Sant’Agostino in Campo Marzio, prezioso scrigno contenente
tesori di arte e fede, custoditi da sempre dai padri agostiniani.
Durante
la sua omelia, in un clima di forte commozione, padre Ibrahim ha
ringraziato più volte le Dame e i Cavalieri dell’Ordine per il
loro contributo e la loro vicinanza alle comunità cristiane di Terra
Santa.
Al
termine della Santa Messa il Delegato e tutti i presenti con fervida
devozione, senso di appartenenza e con il cuore rivolto alla Terra
Santa, hanno pregato insieme la Preghiera del Cavaliere e della Dama.
Alla
fine dell’intenso e formativo incontro ci si è ritrovati presso un
vicino ristorante per condividere insieme un momento conviviale
vissuto in un clima di gioiosa e fraterna amicizia.
27 gennaio 2024
Oratorio dell’Arciconfraternita di Sant’Ambrogio dei Lombardi
Sabato
27 gennaio 2024, il Delegato Daniela Forniti e il Priore padre Pierre
Paul hanno accolto, presso l’Oratorio dell’Arciconfraternita di
Sant’Ambrogio dei Lombardi, il Delegato di Roma San Matteo e i
numerosi Cavalieri, Dame, Aspiranti e Amici che sono intervenuti al
primo incontro dell’anno.
La magnifica Basilica dei
Santi Ambrogio e Carlo al Corso, dalle maestose e solenni forme,
venne edificata a partire dal 1612, grazie ad una cospicua donazione
del cardinale Luigi Omodei di Milano, come punto di riferimento della
Confraternita dei Lombardi, molto numerosi in quel periodo a Roma.
Il suo interno ricco di
stucchi, marmi ed affreschi è uno degli esempi più caratteristici
dello sfarzo del tardo barocco romano. Nel
deambulatorio intorno al presbiterio, unico esempio a Roma ed
evidente richiamo di quello gotico del Duomo di Milano, è conservata
la preziosa reliquia del cuore di San Carlo Borromeo concessa nel
1614 da suo cugino, il cardinale Federico Borromeo, come segno di
gratitudine e di benemerenza per l'impegno nella costruzione della
suddetta Basilica.
Alle ore 10.30, presso il
magnifico Oratorio dell’Arciconfraternita di Sant’Ambrogio, è
iniziata la prevista conferenza “L'esercizio
dell'Autorità Apostolica in materia di Ordini Equestri”.
Il
Relatore, il confratello Alfonso Marini Dettina Avvocato della
Rota Romana e Avvocato patrocinate in Cassazione, tra i massimi
esperti in materia di Ordini cavallereschi, ha dato modo ai presenti
di approfondire e conoscere meglio il mondo degli Ordini equestri
riconosciuti dalla Santa Sede.
Oltre
allo studio storico, è stato interessante ascoltare l'analisi della
situazione odierna, in quanto il dilagante fenomeno del sorgere di
sedicenti Ordini Cavallereschi ha portato la Santa Sede, non potendo
far da garante della loro legittimità storica e giuridica, delle
loro finalità e della loro struttura organizzativa e al fine di
evitare equivoci, purtroppo possibili a causa dell'indebito uso di
documenti pontifici od ecclesiastici, a non riconoscere alcun valore
ai diplomi cavallereschi e alle relative insegne da questi
rilasciati.
Si
è visto infine che gli ordini riconosciuti attualmente sono, oltre
all’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, l'Ordine di
Malta, l'Ordine Teutonico, nella sua attuale natura di ordine
religioso, gli ordini cavallereschi conferiti dagli Stati ed anche
quelli che fanno parte del patrimonio araldico sia delle dinastie
reali regnanti sia di quelle che non lo sono più.
Alle
ore 12.00, presso la Basilica dei Santi Ambrogio e Carlo, si è
celebrata la Santa Messa officiata dal Priore, Padre Pierre Paul.
Prima
di recitare tutti insieme la Preghiera del Cavaliere e della Dama, il
Delegato ha presentato l’Ordine e le sue finalità ai numerosi
fedeli e visitatori presenti nella Basilica.
Al termine della
celebrazione, tutti gli intervenuti si sono recati nel deambulatorio
retrostante l’altare maggiore per venerare la preziosa reliquia del
cuore di san Carlo Borromeo, l’incomparabile pastore della Chiesa
ambrosiana e una delle figure più significative della riforma
conciliare post-tridentina.
Al termine dell’intenso
e formativo incontro, ci si è ritrovati tutti presso un vicino
ristorante per condividere insieme un momento conviviale vissuto in
un clima di gioiosa e fraterna amicizia.
18 novembre 2023
Basilica di Santa Maria Sopra Minerva
Sabato
18 novembre 2023, nella splendida e miracolosa Basilica di Santa
Maria Sopra Minerva, raro esempio di architettura gotica a Roma, si è
svolto l’incontro previsto dal calendario semestrale della
Delegazione di Roma San Giovanni.
Il
Delegato Daniela Forniti e il Priore padre Pierre Paul hanno accolto
il Preside della Sezione Roma, il Delegato di Roma San Marco e i
numerosi Cavalieri, Dame, Aspiranti e Amici presso l’annesso
complesso conventuale dei frati dell'Ordine dei predicatori,
comunemente chiamati frati domenicani, al quale si accede da un
portone attiguo all’ingresso principale della Basilica.
Il
chiostro a carattere cosmatesco, risalente al XV secolo e
magnificamente decorato da affreschi raffiguranti i Misteri del
Rosario e Scene di vita di San Tommaso D'Aquino, rappresenta un sito
di preghiera e contemplazione ancora oggi in uso dai frati
domenicani, ragion per cui non solitamente accessibile ai visitatori.
Al centro un delizioso giardino che, adornato da siepi, da aiuole
fiorite e da due altissime palme, le più alte di Roma, completa
l’immagine di questo luogo di maestosa bellezza.
Presso
l’attigua sala capitolare del convento, detta sala dei Papi, alle
ore 10.30 è iniziata, la prevista conferenza dal titolo “La Terra
Santa nel magistero del Venerabile Pio XII”, condotta
magistralmente dal nostro confratello Cavaliere Gr. Uff. Avv. Emilio
Artiglieri, Avvocato della Santa Sede per il Foro canonico e per il
Foro civile e Postulatore in cause di canonizzazione.
Il
nostro illustre confratello ci ha introdotto nella integrità d’animo
e nell’opera svolta dal Venerabile Papa Pio XII, offrendoci
molteplici spunti di riflessione per tutti i Cavalieri e le Dame del
Santo Sepolcro, non solo per gli interventi diretti nella vita e
nell'organizzazione dell'Ordine, ma anche per le questioni più
direttamente pertinenti ai Luoghi Santi e alla loro sistemazione
negli anni del suo Pontificato. Infine, ma non per minore importanza,
il Confratello Artiglieri ha illustrato la nozione di "crociata",
più volte utilizzata da Pio XII, attualizzandola nei recenti
contesti storici e culturali, come fattivo impegno di carità e di
difesa della dignità dell'uomo.
Alle
ore 12.00 si è celebrata la Santa Messa officiata dal Priore, Padre
Pierre Paul, presso la cappella di San Domenico, dedicata al Santo e
fondatore dell’Ordine domenicano, la cui immagine la si può
ammirare nella tela al centro della volta che delimita il tempietto.
La
partecipazione di padre François
Lapointe, Consigliere Generale
degli Oblati di Maria Vergine, e di Rana Bannoura, ragazza
palestinese di Betlemme, che si trova a Roma per studiare Scienze
della pace e Cooperazione Internazionale presso la Pontificia
Università Lateranense, ha reso ancora più emozionate il momento di
preghiera, raccoglimento e speranza per una pace universale.
Prima
di recitare tutti insieme la preghiera del Cavaliere e della Dama, il
Delegato ha presentato l’Ordine e le sue finalità ai numerosi
fedeli e visitatori presenti nella Basilica.
Al
termine dell’intenso e formativo incontro ci si è ritrovati tutti
presso un vicino ristorante per condividere insieme un momento
conviviale vissuto in un clima di gioiosa e fraterna amicizia.
14 ottobre 2023
Basilica s. lorenzo in lucina
Sabato 14 ottobre 2023, presso la splendida basilica di San Lorenzo in Lucina, si è svolto il primo incontro previsto, dopo la pausa estiva, della Delegazione Locale di Roma San Giovanni organizzato dal Delegato Daniela Forniti e dal Priore padre Pierre Paul. All’incontro ha preso parte un numeroso gruppo di Dame e Cavalieri nonché di Ammittendi, Aspiranti ed Amici.
È stato il prof. Clemente Marigliani, insigne storico dell’arte, della letteratura e delle religioni, autore di numerosissime pubblicazioni, il cui valore è riconosciuto non solo in Italia ma anche all’estero, e fondatore della Biblioteca Clementina, a fare da illustre accompagnatore lungo questo suggestivo itinerario di fede, storia e cultura.
La Basilica di San Lorenzo in Lucina è un antico luogo di culto che sorge nell’area dei grandi monumenti costruiti per celebrare l’imperatore Augusto, una zona alluvionale che in origine era chiamata Campo Marzio, ovvero Campo di Marte, sui resti di una domus domestica appartenuta ad una matrona romana di nome Lucina.
Ad accoglierci all’interno della Basilica, ricca di numerose e preziose opere d'arte, il meraviglioso Crocifisso di Guido Reni posto presso l'altare maggiore. In una cappella laterale sono custoditi, in un prezioso reliquiario, i resti della graticola sulla quale san Lorenzo, secondo la tradizione, patì il martirio durante la persecuzione dell’imperatore Valeriano nel 258 d.C.
Scendendo nei sotterranei della Basilica e immergendosi nel mondo della Roma imperiale, un’area archeologica dalla ricchissima stratigrafia, si è entrati nella casa che Lucina, la matrona convertita al cristianesimo, aveva messo a disposizione per le prime riunioni della comunità cristiana presente a Roma. Proprio su di essa, nel V secolo, venne costruita la prima chiesa paleocristiana, già da subito dedicata a San Lorenzo, di cui sono visibili i resti di due vasche, una rettangolare e una circolare, che costituivano il battistero nonché tracce di pavimentazione musiva e intonaci affrescati risalenti a quel periodo.
Alle ore 11.00 il Priore della Delegazione San Giovanni, padre Pierre Paul, assieme a don Paolo Cartolari, ha celebrato la Santa Messa.
Particolarmente intenso e commovente è stato il raccoglimento e la recita della Preghiera alla Beata Vergine Maria, Nostra Signora Regina della Palestina, patrona del Patriarcato di Gerusalemme dei Latini e dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, la cui festa si celebra ogni anno il 25 ottobre.
Al termine della celebrazione, il Delegato di San Giovanni ha presentato l’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme ai numerosi fedeli e visitatori presenti, facendo conoscere la natura dell’Ordine e l’impegno che ogni membro si assume all’atto dell’Investitura nel sostenere economicamente le Opere e le Istituzioni culturali, caritative e sociali della Chiesa cattolica in Terra Santa e particolarmente quelle del Patriarcato di Gerusalemme dei Latini.
Con profonda devozione e senso di appartenenza e con il cuore rivolto verso i fratelli di Terra Santa che stanno in queste ore vivendo nel dolore, nell’angoscia e nella paura, si è recitata la preghiera del Cavaliere e della Dama.
Alla fine dell’incontro i partecipanti si sono ritrovati presso un vicino ristorante per condividere insieme un pasto vissuto in un clima di fraterna amicizia e di gioiosa convivialità.
Incontro della Delegazione locale - agape fraterna
24 giugno 2023
In
occasione della festività di San Giovanni Battista, sabato 24 giugno
2023 si è svolto l’ultimo incontro del primo semestre 2023 della
Delegazione Locale Roma San Giovanni.
Numerosi
i Cavalieri, le Dame, gli Aspiranti, i Familiari e gli Amici che si
sono ritrovati presso la Tenuta Reali, luogo alle porte di Roma, dove
pace e tranquillità prendono il sopravvento sulla frenetica vita
cittadina. I partecipanti sono stati accolti dal Delegato Daniela
Forniti e dal Priore, padre Pierre Paul, in un ambiente familiare e
ospitale.
La
giornata è trascorsa in un clima di fraterna amicizia ed è stata
un’occasione importante per poter esporre idee, condividere
iniziative e favorire i rapporti interpersonali tra i vari
partecipanti.
L'Agape,
che ricorda il convito fraterno presso gli antichi cristiani, è
espressione di comunione, amicizia, affinità, il prendersi cura gli
uni degli altri. Ed è proprio con questo sentimento che Cavalieri,
Dame e Aspiranti hanno condiviso la mensa, preparata grazie
all’apporto di pietanze e bevande che ognuno ha generosamente
voluto condividere con i propri confratelli e amici.
Intensi
ed emozionanti i momenti di meditazione e preghiera arricchiti dalla
presenza di don Roberto Leoni, rettore del vicino santuario di Santa
Maria in Celsano, Madre della Consolazione.
Nel pomeriggio,
è stata celebrata la Santa
Messa dedicata
alla
Natività di San Giovanni Battista, precursore del Signore, officiata
dal nostro Priore.
Al
termine della celebrazione eucaristica il Preside della Sezione Roma,
Cav. Gr, Cr. Prof. Lorenzo de Notaristefani, ha ricordato ai presenti
i prossimi impegni e iniziative programmate per il secondo semestre
del corrente anno.
La
celebrazione, con il cuore e il pensiero rivolti verso i nostri
fratelli di Terra Santa e a tutti coloro che stanno vivendo momenti
di timore, di tensione e di sofferenza, si è conclusa con la recita
della “Preghiera del Cavaliere e della Dama”.
15 aprile 2023
Pellegrinaggio "sulle orme di San Benedetto"
Nella giornata di sabato 15 aprile 2023 si è svolto il terzo incontro dell’anno delle Delegazioni Locali Roma San Giovanni e Roma San Marco che, nello spirito di condivisione e fraterna amicizia che anima le Consorelle e i Confratelli dell’Ordine, è consistito in un pellegrinaggio congiunto, sulle orme di San Benedetto, presso i suggestivi monasteri benedettini di Subiaco.
L’incontro, organizzato dai Delegati Dama di Commenda con Placca Daniela Forniti e Grand’Ufficiale Marco Maria Frontoni, in armonia con i Priori delle Delegazioni Locali Commendatore Padre Pierre Paul O.M.V. e Commendatore Monsignor Silvano Rossi, ha visto una folta presenza di Cavalieri e Dame – tra i quali il Cancelliere della Luogotenenza per l’Italia Centrale, Grand’Ufficiale Stefano Petrillo, ed il Preside della Sezione Roma, Cavaliere di Gran Croce Lorenzo de Notaristefani – assieme ad Aspiranti ed Amici desiderosi di trascorrere una giornata, in clima di spiritualità e fraternità, nelle coinvolgenti atmosfere del Monastero di Santa Scolastica e del Monastero del Sacro Speco di San Benedetto.
Al loro arrivo, le Dame e i Cavalieri sono stati accolti da S.E.R. Dom Mauro Meacci O.S.B., Abate Ordinario di Subiaco, il quale ha prima illustrato la storia della presenza benedettina nella valle dell’Aniene e, successivamente, ha presieduto la Santa Messa.
Il Padre Abate, a conclusione dell’omelia inerente al Vangelo di Marco [16,9-15] proclamato durante la Santa Messa, ha augurato ad ognuno dei presenti che la celebrazione dell’Eucarestia, ossia la presenza di Gesù in mezzo a noi, sia ogniqualvolta una ricarica di energia spirituale che faccia comprendere ancor meglio il senso della dichiarazione di fede “Gesù vero Dio e vero uomo” e, di conseguenza, sia guida nella preghiera reciproca e nell’impegno per i giorni futuri.
Al termine della Celebrazione Eucaristica, le Dame e i Cavalieri, guidati da Dom Mariano Grosso, hanno visitato il Monastero di Santa Scolastica, il solo dei dodici monasteri voluti da San Benedetto che è sopravvissuto ai terremoti e alle distruzioni saracene ed unica presenza monastica a Subiaco fino alla fine del XII secolo.
Il complesso di edifici è caratterizzato da tre chiostri di epoche diverse: un chiostro rinascimentale del XVI secolo, un chiostro gotico del XIV secolo e un chiostro cosmatesco del XIII secolo. Completano il complesso il campanile del XII secolo e la chiesa attuale, del 1700, ultima di ben cinque chiese stratificatesi lungo i secoli.
Nel 1465 due chierici tedeschi, Pannartz e Sweynheym, impiantarono nel complesso monastico la prima tipografia italiana, arricchendo in tal modo la biblioteca già esistente di incunaboli e di libri di grande valore.
Al termine della visita al Monastero di Santa Scolastica ci si è ritrovati nella Foresteria per l’incontro conviviale vissuto, come consueto, in un clima di serena fratellanza ed allegria.
Nel pomeriggio le Dame e i Cavalieri hanno raggiunto il Monastero del Sacro Speco di San Benedetto. Ad accoglierli Dom Maurizio Vivera, Priore del Monastero, e Cecilia Trombetta, Cancelliere dell’Abbazia territoriale di Subiaco, la quale, grazie alle sue descrizioni straordinariamente dettagliate ed avvincenti, ha guidato il gruppo attraverso gli emozionanti ambienti del Monastero che si compone di due chiese sovrapposte e di molteplici cappelline che seguono l’andamento della parete di roccia a cui la struttura è addossata.
In particolare, la chiesa inferiore custodisce la grotta in cui San Benedetto trascorse i suoi tre anni di vita eremitica e rappresenta il cuore spirituale del Monastero. I cicli pittorici, del XIII e XIV secolo, sviluppano i temi della Passione di Cristo, della vita della Madonna e della vita di San Benedetto. Tra tutti risalta il più antico ritratto esistente di San Francesco di Assisi che raggiunse Subiaco nel 1223 al seguito del Cardinale Ugolino futuro Papa Gregorio IX.
Nel tardo pomeriggio il gruppo ha fatto rientro a Roma dopo aver trascorso una giornata caratterizzata da un evidente e tangibile spirito di fratellanza.
18 marzo 2023
Basilica Santa Maria in Ara Coeli
Sabato
18 marzo, presso la monumentale basilica di Santa Maria in Ara Coeli,
si è svolto il secondo incontro previsto per l’anno 2023 della
Delegazione Locale di Roma San Giovanni, organizzato dal Delegato
Daniela Forniti e dal Priore padre Pierre Paul, alla presenza del
Priore della Sezione Roma don Maurizio Piscolla.
Il
confratello Fabio Costa ha guidato i partecipanti alla visita in un
suggestivo viaggio tra fede, storia, arte, tradizione e leggenda.
Partendo
dall’esterno della basilica, Fabio ha narrato con precisione
storica e pacata eloquenza le vicissitudini di quel luogo sacro.
La
chiesa si erge sulla sommità settentrionale del colle
del Campidoglio, già sede in epoca romana del tempio di Giunone
Moneta e trasformato in basilica cristiana nel VI secolo da papa
Gregorio Magno.
Nel
corso dei secoli, l’area è stata luogo di importanti vicende
storiche tra le quali l’incoronazione a “Sommo
Poeta” di
Francesco Petrarca; la difesa dei Guelfi di Roma dall’aggressione
dell’imperatore Arrigo VII; i discorsi al popolo di Cola di Rienzo;
il “trionfo” di Marcantonio Colonna dopo la vittoria di Lepanto
nel 1571.
La
visita è proseguita all’interno della basilica ove sono custoditi
numerosi tesori artistici, come il meraviglioso pavimento cosmatesco
e il bellissimo soffitto ligneo a cassettoni.
In
via del tutto eccezionale, è stato consentito l'accesso all’interno
di alcune cappelle gentilizie ubicate ai lati delle tre navate divise
da 22 colonne di età romana. Particolare stupore ed ammirazione ha
suscitato la visita all’interno della Cappella di San Bernardino da
Siena voluta dall'avvocato concistoriale Niccolò Bufalini e
caratterizzata dal meraviglioso ciclo di affreschi ad opera del
Pinturicchio sulla vita e i miracoli del santo senese.
Alle
ore 11.00 il Rettore della basilica, padre Massimo Coccia, assieme al
nostro Priore di Sezione, don Maurizio Piscolla, ha celebrato la
Santa Messa sublimata dai canti del coro permanente della basilica e
caratterizzata dalla benedizione di alcune icone mariane realizzate
dai componenti della locale Associazione.
Su
invito da parte del Rettore, il Delegato, dopo aver sentitamente
ringraziato padre Massimo per la generosa ospitalità e il
confratello Fabio Costa per la sua preziosa e approfondita guida, ha
presentato ai numerosi fedeli e turisti presenti l’Ordine Equestre
del Santo Sepolcro di Gerusalemme e le sue finalità.
Al
termine della Santa Messa, come pellegrini presso il Tempietto che
raccoglie le reliquie dell’imperatrice Elena, il Delegato e il
Priore padre Pierre Paul, unitamente alle Dame, ai Cavalieri, agli
Aspiranti e agli Amici presenti, hanno rivolto un sentito pensiero
alla Luogotenenza per l’Italia Centrale impegnata nel
pellegrinaggio in Terrasanta, luogo in cui la madre di Costantino
testimoniò un grande fervore religioso compiendo opere di bene e
costruendo grandi basiliche. Fu Sant’Elena a rinvenire la tomba di
Cristo scavata nella roccia e, successivamente, le reliquie della
Passione di Gesù, tra le quali, quella identificata come la vera
croce di Cristo. A ricordo di tale evento ogni anno, il 14 settembre,
la Chiesa celebra la Festa dell'Esaltazione della Santa Croce,
ricorrenza tanto cara al nostro Ordine. Guidati da padre Pierre, i
presenti hanno recitato insieme la preghiera a Nostra Signora Regina
della Palestina.
Altrettanto
intenso e commovente è stato il raccoglimento in preghiera di tutti
i partecipanti all’interno della cappella dove è custodita la
copia del “Bambinello
dell’Ara Coeli”.
La statua originale, intagliata in un tronco di ulivo del Getsemani,
venne trafugata nel 1994 e mai più ritrovata. La copia del Santo
Bambino, realizzata sempre con il legno di ulivo del Getsemani, è
altresì ritenuta miracolosa in quanto accoglie al suo interno le
reliquie di San Francesco di Assisi e santa Teresa del Gesù, come
testimoniano le numerose epistole inviate dai fedeli di tutto il
mondo e custodite ai piedi del Bambinello.
Una
preziosissima “sorpresa”, voluta dal nostro priore Padre Pierre Paul, è stata la consegna a
tutti i partecipanti di una copia rilegata della: "Lettera
Apostolica DESIDERIO DESIDERAVI del Santo Padre Francesco ai Vescovi,
ai Presbiteri, e ai Diaconi, alle persone consacrate e ai fedeli
laici sulla formazione linguistica del popolo di Dio".
Alla
fine dell’incontro tutti i partecipanti si sono ritrovati nei
pressi del terrazzo panoramico che unisce la Basilica dell’Ara
Coeli al monumento dell’Altare della Patria da dove è stato
possibile osservare il fascino delle cupole sante che
testimoniano quanto forte e vivo sia il sentimento cristiano nella
città eterna.
21 gennaio 2023
San Girolamo della Carità e Santa Maria in Vallicella
Nella
mattina di sabato 21 gennaio 2023 si è svolto il primo incontro del
nuovo anno della Delegazione di Roma San Giovanni unita alla
Delegazione di Roma San Luca.
I
partecipanti all’evento sono stati accolti dal Delegato Locale
Daniela Forniti e dai Priori, padre Pierre Paul e don Adriano
Furgoni, presso la meravigliosa chiesa di San Girolamo della Carità.
Gradita
è stata la prestigiosa presenza del Rettore emerito della Università
Roma Tre, il prof. arch. Mario Panizza e del Consigliere delle opere
di San Girolamo, l’ing. Luigi Dieli e
la consorte sig.ra Grazia.
L’incontro
è stato caratterizzato dall’intervento del Confratello avv. Fabio
Costa il quale, in un clima di affettuosa condivisione, ha narrato
con dovizia di particolari ai presenti la vita, gli aneddoti, i
miracoli e le tante curiosità sulla straordinaria figura di san
Filippo Neri.
La
narrazione del Confratello Fabio Costa ha avuto il suo apice
allorquando, lo stesso, ha descritto l'evoluzione architettonica
della prestigiosa cappella Spada, monumento edificato per
raccogliere le spoglie mortali di Bernardino Lorenzo Spada, Vescovo
di Calvi, e di Giovanni Spada, uditore generale di Papa Innocenzo IV,
nonché per rappresentare l’importanza ed il prestigio della
famiglia Spada a Roma, famiglia legata a San Filippo Neri, grazie a
Orazio e Virgilio Spada entrambi frequentatori dell’Oratorio di S.
Filippo.
La cappella è stata realizzata dallo stesso Virgilio Spada,
appassionato di architettura e, probabilmente, dal Borromini, ma
l’attribuzione su quest’ultimo è dubbia. Il monumento è
considerato una delle massime espressioni della bellezza artistica
quale risultato di un connubio indissolubile che lega la fede
all'arte.
La cappella racchiude in un unico elemento: vita terrena e
vita eterna. L’immagine della vergine è
posta, infatti, al centro della cappella, circondata da una corona
d'alloro in marmo verde antico e da una corona di foglie di palma in
marmo giallo.
Dalla sacra icona si diramano strati di alabastro e
fasce intarsiate di marmo giallo su fondo rosso raffiguranti gigli,
stelle e spade, ovvero i simboli della citata famiglia.
La
prima parte dell'incontro si è conclusa con la visita ai piani
superiori del complesso ecclesiastico di San Girolamo dove è stato
possibile accedere alle stanze dove Filippo Neri, Santo dal cuore
immenso, ha esercitato per circa trentatré anni il suo ministero e
presso l’altare sormontato da un quadro raffigurante la Vergine
Maria dove san Filippo si intratteneva in contemplazione insieme a
figure rilevanti come sant’Ignazio de Loyola, san Camillo de Lellis
e san Carlo Borromeo.
Alle
ore 11.00, presso la vicina chiesa dello Spirito Santo dei
Napoletani, si è svolta la celebrazione della Santa Messa,
officiata da padre Rocco Camillò, Preposito della Congregazione
dell'Oratorio di san Filippo Neri, dal Priore della Sezione Roma don
Maurizio Piscolla e dal Priore don Adriano Furgoni. Il Priore padre
Pierre, all’organo, ha animato la liturgia.
Epilogo
dell’incontro è stata l'adiacente Chiesa di Santa Maria in
Vallicella, dal 1575 sede della Congregazione dell'Oratorio, con
la relativa visita alle stanze ove San Filippo Neri, grazie al suo
insegnamento, promosse innumerevoli attività. Un percorso intenso
attraverso reliquie, cimeli, opere d’arte, documenti e oggetti che
testimoniano lo spirito caritatevole e l’immenso amore verso il
prossimo di “Pippo Bono”, come affettuosamente veniva chiamato
dai romani del suo tempo.
Al
termine del percorso, cavalieri e dame si sono ritrovati presso la
cappella che custodisce le spoglie del Santo ove Padre Pierre Paul ha
recitato, nella commozione generale, la Litania di san Filippo Neri
con la concessione dell'indulgenza plenaria.
19 novembre 2022
Santuario di Santa Maria in Celsano, madre della Consolazione
Nella
mattina di sabato 19 novembre 2022, presso il Santuario di Santa
Maria in Celsano, ubicato nello storico borgo medioevale di Santa
Maria di Galeria, sì è svolto l’incontro organizzato dalle
Delegazioni Locali di Roma San Giovanni e San Luca.
Ad
accogliere i partecipanti i rispettivi Delegati Locali, Daniela
Forniti e Marco Cardinali, e i Priori, padre Pierre Paul e don
Andriano Furgoni.
Al
termine dell'intervento dei Delegati, ha preso la parola il Rettore
del Santuario, don Roberto Leoni, il quale ha illustrato le
testimonianze di fede e le vicissitudini storiche di questo luogo
santo e dell’adiacente borgo, ormai disabitato da tempo.
Il
Santuario di Santa Maria in Celsano, Madre della Consolazione,
custodisce da secoli un’icona mariana di origine orientale
risalente al 1300 circa, portata da alcuni pellegrini che la deposero
su di un albero di gelso, da cui il termine “celsano”.
L’immagine,
che rappresenta la Vergine Maria nell’atto materno
dell’allattamento, fu ritenuta miracolosa dopo l’improvvisa
guarigione di un bambino gravemente malato. I fedeli chiesero che
l’icona venisse custodita presso la già esistente chiesa, che da
allora assunse il nome di Santa Maria in Celsano, sotto il cui altare
venne posta la radice del gelso sopra il quale l’immagine era stata
ritrovata.
Il
Rettore si è quindi soffermato sull’evoluzione architettonica
della chiesa. Il complesso, che sorge su quattro colonne di origine
paleocristiana, con il passaggio sotto il patronato degli Orsini di
Anguillara intorno alla metà del 1400, ha subito un notevole
ampliamento. L'attuale aspetto neogotico risale alla fine del 1800.
Don
Roberto, al termine della sua esposizione, ha voluto ricordare il
legame di questo Santuario alla Terra Santa in quanto la chiesa, non
solo custodisce la venerata reliquia di un frammento della Santa
Croce, ma conserva ai lati dell’icona della Vergine due lampade
votive, chiamateLampade
dell’Unità e della Pace, provenienti da Gerusalemme.
Don
Adriano Furgoni ha celebrato la Santa Messa resa solenne dai brani
eseguiti all’organo da padre Pierre Paul. La Celebrazione
Eucaristica si è conclusa con la concessione ai presenti, secondo la
liturgia prevista dal messale canonico, dell'indulgenza plenaria in
quanto presso l’altare maggiore è custodita la reliquia della
Santa Croce.
Successiva
alla Celebrazione, la suggestiva visita presso l’attiguo Museo
Storico del Santuario all’interno del quale si possono visionare
antichi manoscritti e opere d’arte che illustrano la storia e la
devozione del Santuario e del borgo circostante, oltre che
dell’antica Città di Galeria.
Annessi
al Museo la cripta della Chiesa, una cisterna di epoca romana, capace
di raccogliere oltre duecentomila litri d'acqua potabile, e un
discreto tracciato catacombale ricavato nel sottosuolo a oltre sette
metri di profondità, segno evidente della presenza e della memoria
di martiri cristiani.
22 ottobre 2022
Chiesa di Santa Maria delle Grazie alle Fornaci di Roma
Sabato 22 ottobre 2022 si è
svolto il primo appuntamento autunnale della Delegazione Locale di
Roma San Giovanni presso la settecentesca chiesa di Santa Maria delle
Grazie alle Fornaci di Roma.
Il complesso ecclesiale
sorge su un’ampia valle denominata: “delle Fornaci” per la
presenza, in passato, di numerosi opifici di laterizi utilizzati
dall’adiacente “Fabbrica di San Pietro” per ampliare l’antica
Basilica Costantiniana. Luogo mistico e suggestivo dove la presenza
della Beata Vergine si avverte ad ogni respiro. Ancora oggi sono
visibili, su un lato della facciata, i primi laterizi adoperati nel
1522 per la costruzione di una chiesetta voluta dalla confraternita
dei “Fornaciari” quale luogo di culto, di aggregazione e di
preghiera. Dal 1721 la chiesa è affidata all’Ordine della
Santissima Trinità.
Ad accogliere i
partecipanti, il Delegato Locale Dama di Commenda con Placca Daniela
Forniti.
Presso la sala conferenze
del complesso, ha avuto inizio il previsto incontro con il messaggio
di benvenuto del Delegato Locale Daniela Forniti la quale nella
circostanza ha voluto condividere con i presenti il documento redatto
dal Gran Maestro, l’Em.mo Cardinale Fernando Filoni, sul
significato ecclesiologico del sostegno alla Terra Santa.
Successivamente, ha preso
la parola il Priore Padre Pierre Paul, O.M.V Capo Ufficio nel
Dicastero per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti che ha
informato l’assemblea sulla conclusione, dopo oltre un ventennio di
lavoro, della nuova traduzione in arabo del Messale Romano.
Nell’occasione Padre Pierre Paul, ha altresì reso edotti i
partecipanti che al titolo di Maria Regina della Palestina è stato
aggiunto il termine “e di tutta la Terra Santa” per accogliere la
richiesta dei cristiani presenti nei territori israeliani.
La
dama dr.ssa Daniela Di Pinto, con la sua relazione dal titolo “I
tesori del pensiero cristiano nella Divina Commedia. Un
pellegrinaggio in versi nella cultura dell’OESSH”, ha esposto
come l’Opera Dantesca custodisca immagini, simboli e valori che per
il Novecento hanno rappresentato il paradigma di un autentico
umanesimo. La memoria del Poeta è storicamente collegata all’antico
Ordine del Santo Sepolcro di Gerusalemme per il suo omaggio reso al
condottiero Goffredo di Buglione, segnalato nel canto XVIII del
Paradiso.
Al termine della conferenza
le Dame e i Cavalieri, indossando il mantello dell'Ordine, hanno
preso parte alla S. Messa celebrata da S.E. Rev.ma Mons. Carlos
Alberto de Pinho Moreira Azevedo, Vescovo titolare della Diocesi di
Belali, sotto la materna protezione della effige Maria Interceditrice
di Grazie che da circa quattro secoli rappresenta il culto di molti
romani e di altrettanti stranieri che visitano la chiesa.