ORDINE EQUESTRE del SANTO SEPOLCRO di GERUSALEMME
Luogotenenza per l'Italia Centrale


attività della Delegazione Locale di Roma San Giovanni

15 marzo 2025

Santuario di San Francesco a Ripa Grande

Sabato 15 marzo 2025, presso il Santuario di San Francesco a Ripa Grande, luogo di grande spiritualità e culla del primitivo francescanesimo, si è svolto il terzo incontro della Delegazione Locale Roma San Giovanni.
  
Il Delegato Daniela Forniti, assieme al Priore padre Pierre Paul, hanno accolto il Preside della Sezione Roma, Cav. Gr. Cr. Prof. Lorenzo de Notaristefani, assieme alle dame, ai cavalieri, agli aspiranti e agli amici che hanno partecipato numerosi all’incontro.
  
La chiesa di San Francesco a Ripa sorge sull'antico sito che un tempo ospitava l'ospedale di San Biagio, nelle vicinanze del Tevere a Ripa Grande. Fondato nel X secolo, questo ospedale era dedicato all'assistenza e alla cura dei poveri malati e dei pellegrini, ed era gestito dai domenicani, che avevano un convento annesso. L'interno barocco, caratterizzato da tre navate e da una pianta a croce latina, riflette la tipica semplicità francescana. Sebbene non presenti eccessi di materiali preziosi o architetture maestose, questo luogo si distingue per la ricchezza di opere d'arte e oggetti di devozione che, nel corso dei secoli, hanno assunto un significato profondo e simbolico, riflettendo la cultura e la spiritualità delle epoche passate e contribuendo a generare un'atmosfera di sacralità e bellezza.
  
Appassionato conoscitore della storia di Roma e delle sue chiese, il confratello Gr. Uff. Avv. Fabio Costa ha accompagnato i partecipanti alla visita in un affascinante percorso tra storia, arte e spiritualità della chiesa, un vero scrigno di tesori artistici e di devozione.
  
Fra’ Vittorio, francescano dell'Ordine dei frati minori, con la sua innata semplicità e profonda spiritualità, ha narrato la storia di san Francesco a Roma. Nel 1209, Francesco venne a Roma per presentare a papa Innocenzo III la forma di vita che intendeva adottare assieme ai suoi compagni. Tuttavia, il Papa, preoccupato per i movimenti pauperistici, inclusi i gruppi eretici come i valdesi e i catari, che stavano guadagnando terreno anche tra i cattolici più ortodossi, non concesse la sua approvazione e lo congedò. Successivamente, una visione avuta in sogno in cui un uomo piccolo e misero, somigliante a Francesco, sosteneva con le spalle la Basilica Lateranense in pericolo di crollo, convinse Innocenzo III a convocare il Santo per ascoltare ciò che aveva da dire. San Francesco espose il suo progetto di vita, la Prima Regola, e il Papa, riconoscendo la genuinità e la profondità della visione del Santo, la benedisse e la approvò oralmente. Prima di lasciare la città, Francesco affidò alcuni frati a questo luogo, dando così vita alla prima comunità francescana stabile di Roma.
  
Fra’ Vittorio ha quindi parlato di san Francesco e del suo profondo legame con la Terra Santa. Durante le Crociate, un periodo di conflitto e divisione tra cristiani e musulmani, il Santo si distinse per il suo desiderio di costruire ponti piuttosto che muri. Nel 1219, durante la Quinta Crociata, intraprese un viaggio in Egitto con l'intento di dialogare con i musulmani. La sua audace missione lo portò a incontrare il sultano al-Malik al-Kamil, un incontro che è passato alla storia come un esempio di rispetto reciproco e apertura al dialogo. Francesco non cercava di convertire il sultano con la forza, ma piuttosto di stabilire un legame basato sull'amore e sul rispetto reciproco. Questo atteggiamento prefigurava un concetto che, nel corso dei secoli, sarebbe diventato uno dei pilastri del pensiero moderno: l'idea che alcuni principi e valori siano applicabili a tutti gli esseri umani, indipendentemente dalla loro origine culturale, etnica o sociale e sostenendo che vi siano diritti fondamentali e dignità intrinseca che spettano a ogni individuo, riconoscendo l'uguaglianza e la solidarietà tra le diverse comunità umane.
  
Alla conclusione del suo intervento, fra’ Vittorio ha guidato i partecipanti in una visita all'interno del complesso monastico. Un momento di intensa emozione è stata la venerazione delle reliquie di un brandello di benda impregnato del sangue delle stimmate di San Francesco e di un frammento del cilicio che egli usava indossare sotto il saio. Si è dunque potuto accedere alla cella in cui San Francesco pregava e si ritirava durante le sue visite a Roma. Grazie a Jacopa de' Settesoli, una devota francescana e amica del Santo, questa piccola cella è diventata un luogo sacro di preghiera e profonda devozione. All'interno della cella si trova un magnifico altare ligneo, un capolavoro barocco realizzato dallo scultore francescano Bernardino di Jesi. Quest'opera nasconde al suo interno una preziosa collezione di reliquie francescane, donate dal granduca di Toscana Leopoldo dei Medici. Un ingegnoso e complesso meccanismo progettato da fra’ Tommaso da Spoleto consente l'apertura di tutte le porte e porticine ai lati della pala d'altare, rivelando i cofanetti d'argento che custodiscono le sante reliquie. Incastonata nella geniale struttura, spicca la splendida pala d'altare attribuita a Margaritone d'Arezzo (XIII secolo) raffigurante San Francesco. Accanto all'altare, sulla parete, è presente una nicchia che ospita la pietra su cui il Santo era solito poggiare il capo durante il sonno.
  
Salendo al piano superiore del convento, si è potuto visitare la stanza che conserva le reliquie e gli oggetti appartenuti a San Carlo da Sezze. Il Santo morì il 6 gennaio 1670 nell'infermeria dell'ospedale di San Francesco a Ripa. Dopo la sua morte, sul suo petto fu trovata una particolare stigmate, simile alla ferita che Gesù ricevette al fianco a causa di un colpo di lancia, la quale continuò a sanguinare per diversi giorni. Tale segno fu riconosciuto come di origine soprannaturale da una commissione medica appositamente incaricata e venne considerato uno dei due miracoli necessari per la sua beatificazione.
Benché avesse acquisito solo una conoscenza superficiale della lettura e della scrittura, Carlo era stato dotato da Dio di straordinari doni mistici, in particolare quelli del consiglio e della scienza infusa. Questi talenti gli permisero di dedicarsi a una prodigiosa produzione ascetico-letteraria, difficilmente comprensibile se si considera unicamente il suo percorso di studi. Oggi, le sue spoglie riposano in una cappella a lui dedicata nella navata sinistra della chiesa.
  
Si è quindi tornati in chiesa, dove Fabio Costa ha guidato i presenti presso la Cappella di Sant’Anna, che ospita sull'altare l'ultima opera compiuta del famoso scultore Gian Lorenzo Bernini: la straordinaria statua giacente che rappresenta l'Estasi della Beata Ludovica Albertoni. Quest'opera è un autentico esempio di trasporto mistico-carnale e di estasi barocca. Ludovica è adagiata su un letto finemente ricamato nel marmo e poggiato su un magnifico drappo in diaspro. Il suo corpo è disteso, con la schiena leggermente curvata, mentre il volto, inclinato all'indietro, esprime l'intensa emozione che la beata vive nel momento in cui è avvolta dalla Luce Divina.
  
La Santa Messa è stata officiata dal Priore padre Pierre Paul. Al termine della celebrazione, prima della benedizione finale, il Delegato ha avuto la possibilità di presentare l'Ordine ai numerosi visitatori e fedeli presenti. Questi, incuriositi e affascinati dai mantelli indossati dalle Dame e dai Cavalieri, hanno manifestato un sincero interesse per le finalità e le opere dell’Ordine.
  
Alla conclusione dell'intenso e formativo incontro, i partecipanti si sono ritrovati presso un ristorante nelle vicinanze per condividere un momento conviviale, che ha avuto luogo in un'atmosfera di gioiosa e fraterna amicizia.   

15 febbraio 2025

Pontificio Collegio Greco di Sant'atanasio

Sabato 15 febbraio 2025, presso il Pontificio Collegio Greco di Sant'Atanasio, è stata organizzata una conferenza dal titolo “2025: Un Anno di Grazia. Cristiani in cammino verso l’Unita guardando a Nicea (325-2025)”.
  
Il Rettore del Pontificio Collegio dei Greci, l’Archimandrita padre Maciej Pawlik osb, ha accolto con calorosa ospitalità e affabilità i numerosi partecipanti all'incontro. Nel corso del suo intervento, il Rettore ha condiviso la storia del Collegio, istituito da papa Gregorio XIII con bolla datata 13 gennaio 1577. Il Collegio fu fondato per accogliere e formare il clero delle comunità orientali, che, a seguito della conquista dei territori dell'antico Impero Bizantino da parte dei turchi, si ritrovarono privi di punti di riferimento culturali e religiosi. L'obiettivo principale del Collegio era ristabilire la comunione con Roma per le separate comunità d'Oriente, promuovendo il dialogo e il recupero di legami spirituali tra le diverse tradizioni cristiane.
  
Il Delegato, Daniela Forniti, ha illustrato le ragioni che l'hanno indotta a organizzare la conferenza per commemorare i 1700 anni dal Concilio di Nicea, scegliendo come sede il Pontificio Collegio dei Greci, un luogo simbolico che, più di ogni altro a Roma, rappresenta la Chiesa Cattolica di rito greco-bizantino.
  
Con profondo rispetto e gratitudine, ha quindi introdotto il relatore della conferenza, Sua Eccellenza Reverendissima Mons. Donato Oliverio, Eparca di Lungro degli Italo-Albanesi e attuale Membro della Commissione Episcopale per l'ecumenismo e il dialogo.
  
Il Delegato, dopo aver espresso il suo sentito ringraziamento per l'impegno, la dedizione e l'attenzione con cui è stato realizzato questo evento, che ha offerto un'opportunità unica di approfondimento su un tema di così grande importanza per la storia della Chiesa, ha invitato il Comm. Ing. Nicola Barone a ricoprire il ruolo di moderatore della conferenza.
  
Nella prima parte della conferenza, Mons. Donato Oliverio ha illustrato la storia della giovane Eparchia di Lungro, istituita il 13 febbraio 1919 da Papa Benedetto XV con la Costituzione apostolica "Catholici fideles".
L’Eparchia è stata fondata per preservare e trasmettere un antico e prezioso patrimonio, quello dei discendenti dei profughi del XV secolo, che, costretti a lasciare la propria terra a seguito della conquista ottomana, attraversarono il mare in cerca di un luogo dove poter vivere liberamente e professare la loro fede cristiana. L’Eparchia di Lungro ha così unito i numerosi paesi arbëreshë, presenti da oltre cinque secoli in tutta l’Italia meridionale e insulare. Questi paesi, distribuiti su diversi territori di diocesi e regioni, costituiscono una testimonianza vivente della cultura e della lingua albanese, mantenutasi intatta nel tempo grazie alla tenacia e alla fede delle comunità che li abitano.
  
Nella seconda parte della conferenza, Mons. Oliverio ha approfondito le origini storiche del Concilio di Nicea, evidenziando il contesto politico, religioso e sociale che ha portato alla convocazione di questo evento fondamentale per la storia della Chiesa. 
Ha spiegato come l’imperatore Costantino, nel tentativo di unificare l'Impero Romano, abbia convocato il Concilio nel 325 d.C. a Nicea, con l’obiettivo di risolvere le controversie dottrinali, in particolare quelle legate all’arianesimo, e stabilire una solida base teologica per il cristianesimo.
Mons. Oliverio ha messo in luce l’importanza del Concilio di Nicea non solo per la Chiesa, ma anche per la storia del mondo antico, segnando una pietra miliare nella definizione della dottrina cristiana e nel consolidamento della fede in Cristo come vero Dio e vero uomo.
  
Infine, nella terza parte della conferenza, Mons. Oliverio ha analizzato le ripercussioni del Concilio di Nicea nel contesto odierno, sottolineando l'importanza storica e teologica di questo evento per la Chiesa contemporanea. 
Ha evidenziato come le decisioni prese a Nicea, come la definizione del Credo niceno, abbiano ancora una grande influenza sul pensiero teologico e sulla dottrina cristiana, costituendo un punto di riferimento imprescindibile per il dialogo ecumenico tra le diverse tradizioni cristiane.
Mons. Oliverio ha inoltre discusso come il Concilio di Nicea abbia contribuito a consolidare l’unità della Chiesa, un tema di rilevanza sempre attuale, soprattutto in un periodo segnato dalla crescente pluralità di interpretazioni religiose. Ha concluso riflettendo sull’importanza di rimanere fedeli ai principi stabiliti a Nicea, affinché la Chiesa possa continuare a svolgere il suo ruolo di testimone della fede cristiana nel mondo moderno.
  
Al termine della conferenza, i partecipanti hanno avuto l’opportunità di visitare la cappella interna, dedicata al Santo fondatore dell'Ordine Benedettino, a cui è affidato il Collegio. 
La cappella, autentico scrigno di spiritualità, è adornata da mirabili icone che abbelliscono le pareti, riflettendo la bellezza della tradizione bizantina. Oltre l’iconostasi lignea, all'interno del Vima, si possono ammirare affreschi che raccontano episodi sacri e infondono un’atmosfera di profonda devozione.
  
Attraverso un passaggio interno, si è giunti nella chiesa di Sant’Atanasio dei Greci, simbolo della tradizione cristiano-ortodossa orientale e importante punto di riferimento per la comunità greca di Roma. 
Edificata nel 1583 su progetto di Giacomo Della Porta, la chiesa presenta una pianta a croce latina con una navata unica e due cappelle laterali, seguendo uno schema di ispirazione bizantina, che la rende un raro esempio di architettura romana. 
La zona presbiteriale è separata da una iconostasi lignea, all’interno della quale si trova il Vima. L’altare, di forma quadrata, è sovrastato da un ciborio dalla cui volta pende l’artoforio in forma di colomba, simbolo della presenza divina.
  
Si è quindi avuta la possibilità di visitare l’antica biblioteca, un vero e autentico scrigno di conoscenza, che custodisce manoscritti rari, incunaboli e volumi storici di inestimabile valore. Questo luogo, che affascina per la sua grandezza e importanza, rappresenta una meta ricercata da studenti di ogni parte del mondo, che vi si recano per approfondire le loro ricerche o per scrivere le loro tesi di laurea.
  
Alla conclusione dell'intenso e arricchente incontro, i partecipanti si sono riuniti presso un ristorante nelle vicinanze per condividere un momento conviviale, che ha avuto luogo in un'atmosfera di gioiosa e fraterna amicizia.

18 gennaio 2025

Delegazione per l'Italia della Custodia di Terra Santa

Circolo Ufficiali delle Forze Armate d’Italia

Santa Messa presso il Santuario di Santa Maria in Celsano e Agape fraterna
 
Nella mattina di sabato 22 giugno 2024 presso il Santuario di Santa Maria in Celsano, storico borgo medioevale ubicato in Santa Maria di Galeria, sì è svolto l’incontro organizzato dalla Delegazione Locale di Roma San Giovanni.
 
Il Delegato Daniela Forniti e il Priore padre Pierre Paul, assieme al Rettore del Santuario don Roberto Leoni, hanno accolto il Preside della Sezione Roma Cav. Gr. Cr. Prof. Lorenzo de Notaristefani, la Consigliera di Luogotenenza Dama di Comm. con Placca Federica De Pasquale, i Cavalieri, le Dame, gli Aspiranti, i Familiari e gli Amici che numerosi sono intervenuti all’ormai tradizionale incontro prima delle vacanze estive.
 
Il Santuario di Santa Maria in Celsano, Madre della Consolazione, custodisce da secoli un’icona mariana di origine orientale risalente al 1300 circa, portata da alcuni pellegrini che la deposero su di un albero di gelso, da cui il termine “celsano”. Forte è anche il legame che unisce questo Santuario alla Terra Santa in quanto la chiesa, oltre a custodire la venerata reliquia di un frammento della Santa Croce, conserva ai lati dell’icona della Vergine due lampade votive, chiamateLampade dell’Unità e della Pace, provenienti da Gerusalemme.
 
La Santa Messa, celebrata dal Priore padre Pierre, è stata dedicata, secondo un antichissimo uso liturgico di devozione mariana, alla memoria della Vergine Maria. Nella sua omelia, padre Pierre ha commentato il brano del Vangelo di San Matteo 6,24-34 in cui Gesù ci esorta a non preoccuparci per il domani perché al di sopra di tutto c’è un Padre amoroso che ci accompagna e ci sostiene. Non si può servire Dio e la ricchezza. Viviamo con la costante paura di perdere ciò che riteniamo nostro e trascorriamo la vita ad accumulare denaro e potere dimenticandoci dell’amore che Dio ha per noi. L’invito è di fidarsi di Dio, di orientare la nostra vita verso il vero bene al servizio del prossimo.
 
Al termine della celebrazione eucaristica il Preside della Sezione Roma, Cav. Gr, Cr. Prof. Lorenzo de Notaristefani, ha salutato tutti i presenti, augurato loro buon vacanze estive e annunciato che il 14 settembre, in occasione della Festa dell’Esaltazione della Santa Croce, verrà celebrata la Santa Messa organizzata dalla Sezione Roma. 
Con il cuore e il pensiero rivolti verso i nostri fratelli di Terra Santa si è recitata la Preghiera del Cavaliere e della Dama.
 
Successivamente alla Celebrazione, gli intervenuti si sono recati presso la Tenuta Agricola Reali per condividere insieme la mensa. L'Agape, che ricorda il convito fraterno presso gli antichi cristiani, è espressione di comunione, amicizia, affinità, il prendersi cura gli uni degli altri. Ed è proprio con questo sentimento che i partecipanti  hanno condiviso il pasto, preparato grazie all’apporto di pietanze che ognuno ha generosamente voluto condividere con i propri confratelli e amici in un clima di fraterna amicizia, un’occasione importante per potersi conoscere meglio, esporre iniziative e favorire i rapporti interpersonali. 

11 maggio 2024

Chiesa di Sant'Agnese​ in Agone

Basilica di Sant'Agostino in Campo Marzio

Sabato 13 aprile 2024, nella splendida basilica di Sant’Agostino in Campo Marzio, si è svolto l’incontro previsto dal calendario semestrale della Delegazione di Roma San Giovanni.

Il Delegato Daniela Forniti e il Priore padre Pierre Paul hanno accolto il Preside della Sezione Roma, il Delegato di Roma San Matteo e i numerosi Cavalieri, Dame, Aspiranti e Amici presso la sala capitolare dell’annesso complesso conventuale dei frati Agostiniani.

Alle ore 10.00, è iniziata la prevista conferenza con padre Ibrahim Shomali, parroco a Reneh, villaggio della Galilea situato vicino Nazareth.

Padre Ibrahim, nato a Betlemme, ha frequentato il Seminario Minore del Patriarcato di Gerusalemme dei Latini e nel 1996 è stato Ordinato sacerdote nella chiesa di Santa Caterina a Betlemme. Nel 2002 è venuto a Roma per studiare Teologia alla Pontificia Università Lateranense, dove si è laureato nel 2004. Nel 2017 è stato nominato Cancelliere del Patriarcato di Gerusalemme dei Latini e Vice Direttore dell'Ufficio Pastorale per Israele e Palestina. E’ stato parroco a Ramallah, Bet Jala e Taybeh.

Venuto appositamente da quei luoghi dove si svolsero i principali fatti dell'Antico e Nuovo Testamento e che per noi cristiani rappresentano i siti in cui la Salvezza si è manifestata e la "buona notizia" è stata annunciata per la prima volta, padre Ibrahim ha portato la testimonianza dei nostri fratelli cristiani, le “pietre vive” della Terra Santa, discendenti delle prime comunità cristiane e dei pellegrini che, nel corso dei secoli, hanno conservato e tramandato la loro fede in questa parte di mondo e che oggi si trovano a dover affrontare una crisi umanitaria senza precedenti, dove il rischio sanitario e l’insicurezza alimentare sono sempre più imminenti.

Padre Ibrahim ha parlato delle origini del conflitto israelo-palestinese, dei passaggi storici che hanno portato alla situazione attuale, dell’effettiva condizione odierna in cui versa la comunità dei cristiani in Israele e Palestina e di come l’Ordine Equestre del Santo Sepolcro, attraverso il Patriarcato di Gerusalemme dei Latini, permette loro di poter continuare a sopravvivere attraverso interventi di sostegno economico volti a garantire il soddisfacimento dei bisogni sia generali che specifici come la distribuzione di buoni spesa alimentari, il rimborso delle cure mediche e delle medicine, il pagamento di utenze di elettricità, di acqua e dei canoni di affitto delle abitazioni. Ha esposto quindi i numerosi progetti e interventi nel costruire e mantenere le tante strutture e opere cristiane presenti nel territorio realizzati grazie al contributo dell’Ordine.

Alle ore 11.30 si è celebrata la Santa Messa nella basilica di Sant’Agostino in Campo Marzio, prezioso scrigno contenente tesori di arte e fede, custoditi da sempre dai padri agostiniani.

Durante la sua omelia, in un clima di forte commozione, padre Ibrahim ha ringraziato più volte le Dame e i Cavalieri dell’Ordine per il loro contributo e la loro vicinanza alle comunità cristiane di Terra Santa.

Al termine della Santa Messa il Delegato e tutti i presenti con fervida devozione, senso di appartenenza e con il cuore rivolto alla Terra Santa, hanno pregato insieme la Preghiera del Cavaliere e della Dama.

Alla fine dell’intenso e formativo incontro ci si è ritrovati presso un vicino ristorante per condividere insieme un momento conviviale vissuto in un clima di gioiosa e fraterna amicizia.

In occasione della festività di San Giovanni Battista, sabato 24 giugno 2023 si è svolto l’ultimo incontro del primo semestre 2023 della Delegazione Locale Roma San Giovanni.

Numerosi i Cavalieri, le Dame, gli Aspiranti, i Familiari e gli Amici che si sono ritrovati presso la Tenuta Reali, luogo alle porte di Roma, dove pace e tranquillità prendono il sopravvento sulla frenetica vita cittadina. I partecipanti sono stati accolti dal Delegato Daniela Forniti e dal Priore, padre Pierre Paul, in un ambiente familiare e ospitale. La giornata è trascorsa in un clima di fraterna amicizia ed è stata un’occasione importante per poter esporre idee, condividere iniziative e favorire i rapporti interpersonali tra i vari partecipanti. 

L'Agape, che ricorda il convito fraterno presso gli antichi cristiani, è espressione di comunione, amicizia, affinità, il prendersi cura gli uni degli altri. Ed è proprio con questo sentimento che Cavalieri, Dame e Aspiranti hanno condiviso la mensa, preparata grazie all’apporto di pietanze e bevande che ognuno ha generosamente voluto condividere con i propri confratelli e amici.

Intensi ed emozionanti i momenti di meditazione e preghiera arricchiti dalla presenza di don Roberto Leoni, rettore del vicino santuario di Santa Maria in Celsano, Madre della Consolazione.
Nel pomeriggio, è stata celebrata la Santa Messa dedicata alla Natività di San Giovanni Battista, precursore del Signore, officiata dal nostro Priore. Al termine della celebrazione eucaristica il Preside della Sezione Roma, Cav. Gr, Cr. Prof. Lorenzo de Notaristefani, ha ricordato ai presenti i prossimi impegni e iniziative programmate per il secondo semestre del corrente anno. La celebrazione, con il cuore e il pensiero rivolti verso i nostri fratelli di Terra Santa e a tutti coloro che stanno vivendo momenti di timore, di tensione e di sofferenza, si è conclusa con la recita della “Preghiera del Cavaliere e della Dama”.